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  1. REPLY
    Armando Profumi says

    quando l’uomo imprime la sua energia su un foglio di carta ricorda quella del Creatore, egli lascia qualcosa di sé nella materia, cosa nasce, è l’inconscio a rivelarlo. Per me questo gallo è molto aquila imperiale. il colore ruggine mi fa pensare alla fatiscenza. Grazie Corrado d’avermi fatto sognare. Con ammirazione Armando Profumi

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Enigma del gallo

Enigma del gallo, 1957
Olio su carta intelata, 78 x 50 cm
Firmato in basso a sinistra: “Cagli, 57”
Roma, collezione privata

È evidente il riferimento al Cantico del gallo silvestre leopardiano, che riprende tracce di un Lessico caldaico, talmudico e rabbinico, stampato a Basilea nel 1940. Il Cantico, nel 1824, figurava come l’Operetta morale conclusiva, l’epilogo, in cui, traendo le somme, Leopardi meditava sulle sorti degli uomini e sul senso del cosmo. L’immenso gallo silvestre risiede tra cielo e terra, all’alba di ogni
giorno invita gli uomini destarsi e riprendere la dolorosa vita. Il sole, sorgendo, nulla di nuovo riscontra sotto la sua luce, perché perpetua è l’infelicità. Solo il sonno concede breve tregua all’infaticabile corsa verso la morte, che è dell’uomo, di tutte le creature, dell’universo, destinato comunque al silenzio definitivo. Così Leopardi, ma Cagli, devoto dell’Uomo e cultore dell’ingegno umano, sa bene di “procedere verso”, di andare incontro, progettando, ad un altro progetto di vastissima portata nel quale certamente non possono essere vanificati e dispersi gli sforzi delle generazioni che hanno costruito umanità e che si susseguono dalle origini del mondo.
L’enigma del suo gallo, axis mundi tra terra e cielo, è quello della vita e dei viventi. Il suo canto dilegua le tenebre che, al centro dell’opera, ancora gli fanno ombra, e via via si veste di luci aurorali. In quelle, già accese, si evidenziano le umane costruzioni, gli edifici, le pietre d’angolo ed acquistano senso le opere di chi si accinge al lavoro e lo fa magari essendo ancora assonnato. Il gallo di Cagli è quello che i cretesi assimilavano a Zeus. È quello che era accanto a Latona, quando proprio da Zeus partorì Apollo e Artemide. È il gallo raffigurato accanto a Mercurio; è consacrato al sole e alla luna, al ruolo di psicopompo: accompagna il defunto dove s’annunzia nuova luce vitale. È sempre il gallo nelle legende nordiche a restare in cima al frassino Iggdrasil, per annunciare agli dei gli attacchi dei giganti, loro nemici.
Lo incontriamo sulle guglie delle nostre chiese come richiamo a svegliarsi per nuova vita, come emblema di Cristo e come segnale della presenza dell’angelo; comunque è simbolo del tempo, della vigilanza: è legato al segreto serbato o rivelato. Nell’Islam il profeta loda il gallo, perché chiama alla preghiera, affermando inoltre che come creatura del dio ha il privilegio di toccare con la cresta il trono divino. Gli artigli invece sono sulla terra e le ali sono librate nell’aria. Quando i due terzi della notte sono passati, e non ne rimane che un terzo, il gallo batte le ali e canta: “Lodate il Re santissimo,
degno di lode e di santità, cui nessuno è uguale”. Quest’opera ha una magia attrattiva, soprattutto perché riferita ad una creatura, vivente archetipo di molte credenze mistiche

Corrado Cagli

Tra gli Artisti più importanti del '900 italiano (Ancona 1910 - Roma 1976). Formatosi a Roma, soggiornò a lungo a Parigi e a New York. Partecipò attivamente al movimento pittorico moderno, sperimentando tutte le tecniche pittoriche, compreso l'encausto e il mosaico, dapprima nell'ambito della "scuola romana", poi attraverso sottili ricerche formali di una prospettiva quattrocentesca, fino a giungere a composizioni astratte. Si orientò poi verso motivi realistici per tornare quindi a una ricerca di ritmi spaziali e geometrici. Notevole la sua attività grafica e il suo impegno nell'arte monumentale e applicata che lo condusse a importanti realizzazioni di sculture, ceramiche, arazzi e scenografie teatrali, costumi illustrazioni e molto altro...

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