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La ruota della Fortuna

La ruota della Fortuna, 1959
Pastello ceroso a olio su carta intelata, 74 x 51 cm
Roma, collezione privata

È opportuno ora soffermarci sulla “Ruota della Fortuna”, i cui riferimenti classici erano certamente ben noti all’artista. Intorno a questa tematica, avevano lavorato Virgilio, Dante, Ariosto, Machiavelli, gli incisori tedeschi, ma nessuno di loro, aveva saputo comporre una sinfonia che aleggia intorno al sorriso della dea, qui non bendata, che guarda con sufficienza e distacco gli uomini che a lei si rivolgono, affinché le loro brame siano esaudite. La Fortuna emerge in un alone che promana dalla sua persona e dalle sue stesse vesti di sposa ambita, florida, gravida, ricca e mesta, con la sua corte
di amanti interessati e fedeli e di denigratori sconosciuti. La sua mano destra sembra sfiorare con leggerezza la ruota per facilitarne il giro, l’altra mano illude nel gesto di toccare uno degli assi, perché la ruota è ben ferma. La stessa fortuna l’ha bloccata, inserendovi un ginocchio. Rinascimento, medioevo, cultura bizantina, esotismo orientale si articolano nei personaggi che hanno tutti gli occhi aperti nel vuoto dei loro pensieri, ed hanno le labbra serrate. I vari figli della fortuna, nascono dalla sua manica larga che si configura come una cornucopia. Non sono felici, e dopo il moto ascendente vanno comunque verso il basso. Il Re corazzato, ricco nel manto e con lo scettro che ricorda il papavero o il fiore d’aglio, afferra la fortuna per i capelli e dal paradiso terrestre che fiorisce sulla testa della dea, scatta il serpe della congiura e del tradimento. La Regina si specchia nella inconsistenza della sua vanità; l’avaro cela il suo tesoro sotto il cappello, ma il suo gesto non lo salverà dalla fortuna incostante. Un avido prelato tenta di tirare a sé la vana ruota, ed un altro personaggio paludato inserisce un pallone: un dato dei nostri tempi che mette a nudo l’ironia delle situazioni calcistiche, la speranza nella solita partita, con i rischi degli imprevisti che si rinnovano a confermare che a ciascun giorno basta la sua pena.

( Corrado Cagli. Attualità per il tempo della continuità, catalogo della mostra, Asti, 14 ottobre – 4 dicembre, a cura di A. Calabrese, G. Briguglio. )

Corrado Cagli

Tra gli Artisti più importanti del '900 italiano (Ancona 1910 - Roma 1976). Formatosi a Roma, soggiornò a lungo a Parigi e a New York. Partecipò attivamente al movimento pittorico moderno, sperimentando tutte le tecniche pittoriche, compreso l'encausto e il mosaico, dapprima nell'ambito della "scuola romana", poi attraverso sottili ricerche formali di una prospettiva quattrocentesca, fino a giungere a composizioni astratte. Si orientò poi verso motivi realistici per tornare quindi a una ricerca di ritmi spaziali e geometrici. Notevole la sua attività grafica e il suo impegno nell'arte monumentale e applicata che lo condusse a importanti realizzazioni di sculture, ceramiche, arazzi e scenografie teatrali, costumi illustrazioni e molto altro...

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