Sirena, 1933
Olio su tavola, 35 x 27 cm
Roma, collezione privata
In questo dipinto Cagli interpreta una famosa iconografia Pompeiana, trasformandola in una sirena catturata dalle reti dei pescatori (cfr. Il sacrificio di Ifigenia, da Pompei, casa del Poeta Tragico VI 8, 3, ora a Napoli, Museo Archeologico nazionale, Inv. 9112).
Alla ricerca del “primordio”, Cagli si interessa alla pittura antica, nella quale vivono, come scene quotidiane, elementi del mito. Il soggetto stesso della sirena, essere primordiale metà pesce e metà donna, evidentemente lo attrae per le sue implicazioni di mitologia istintiva e archetipica. In questo meravoglioso quadro emerge anche l’ interesse per la tecnica dell’ encausto romano, che l’ artista tenta di imitare a freddo: in questo senso la datazione dell’ opera si deve collocare tra la fine del 1933 e l’inizio del 1934. Infatti nelle opere che Cagli espone nel dicembre 1933 a Parigi alcune sono ancora esenti da tale tecnica (Edipo, Il pittore gregoriano Prieto), mentre già nella Colomba emerge questo tentativo di mimesi con la pittura liquida e smagliante dei murale antichi, che in seguito chiamerà “Pittura encaustica” e che costituirà la sua costante tecnica e stilistica fino a tutti gli anni trenta.
Esposizioni: Roma 1977, Galleria Nuovo Carpine, ripr.; Ancona 1980, n. 3, ripr.; Palermo 1980, ripr.; Roma 1980, ripr.; Mila no 1982, p. 634, ripr.; Napoli 1982, n. 6, ripr. a colori; Roma 1984, p. 30, ripr. a colori; Siena 1985, p. 118, n. 24, ripr.; Taormina 1986, n. 8, ripr. a colori; Verona 1988, p. 23, ripr.; Marsala 1999, p. 53, ripr. a co lori; Teramo 2003, p. 38, ripr. a colori.
( Cagli, catalogo della mostra, Ancona, 12 febbraio – 4 giugno 2006, a cura di F. Benzi. )