Espone nella sala XXI, dedicatagli interamente, del Padiglione italiano 24 opere realizzate nell’arco del decennio 1954-1964.
Presentazione al catalogo generale di G. C. Argan, presentazione della sala personale di E. Crispolti.
Espone nella sala XXI, dedicatagli interamente, del Padiglione italiano 24 opere realizzate nell’arco del decennio 1954-1964.
Presentazione al catalogo generale di G. C. Argan, presentazione della sala personale di E. Crispolti.
Scoppia in questa occasione una violenta polemica a proposito degli artisti americani della pop art per la prima volta esposti in Italia. Di seguito l’opinione di Cagli: “Non condivido le apprensioni dei miei colleghi per due motivi: primo perché la Pop Art a questa Biennale non si è presentata come testa di ponte o testa di ariete o avanguardia, ma come la forma di ufficialità del governo degli USA, come poi è stato dimostrato dal risultato finale. Non c’è da chiedersi dunque che cosa vogliono dire i Rauschenberg, ma piuttosto come mai l’ufficialità americana si sia voluta esprimere in quella forma. Secondo perché l’esperienza della cosidetta Pop Art è stata qui da noi già esperimentata e consumata fino all’usura” (Berenice, Scusi, qui c’è Pop Art?, in “Paese Sera”, 19 luglio 1964).
A. Ronco, in "Corriere Mercantile", Genova, 20 giugno 1964
Visualizza PDFD. Micacchi, in "l'Unità", Roma, 20 giugno 1964, p. 6
Visualizza PDFN. Tebano, in "Corriere del giorno", Taranto, 23 giugno 1964
Visualizza PDFR. Carrieri, in "Epoca", Milano, Anno XV, n. 719, 5 luglio 1964
Visualizza PDFV. Apuleo, in "La Voce Repubblicana", Roma, 8 luglio 1964
Visualizza PDFC. Giacomozzi, in "Vita", Anno VI, vol. XII, n. 275, Roma, 22 luglio 1964, pp. 44-47
Visualizza PDFU. Baldini, in "La Nazione", Firenze, 22 luglio 1964, p. 3
Visualizza PDFR. M. de Angelis, in "Fortuna (L'Illustrazione Economica e Politica), Roma, dicembre 1964, pp. 273-278
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