Il Vescovo, 1959, olio su carta intelata, 49 x 34 cm. Ossessione, 1950, olio su carta intelata, 67 x 48.5 cm.
Negli spazi della Brun Fine Art di Londra si inaugura, a cura di Alberto Mazzacchera, una mostra di oltre 50 opere (23 febbraio – 8 giugno 2018) dell’artista Corrado Cagli incentrata su due grandi nuclei della sua produzione: gli anni Venti-Trenta della Scuola Romana e gli anni Quaranta e Cinquanta dell’informale.
Dall’universo di Cagli (che si estende dalla ceramica alla pittura, alle scenografie teatrali, alla scultura, alla pittura murale, ai costumi teatrali e agli arazzi) sono stati dunque selezionati per questa esposizione due gruppi di dipinti e alcune rare ceramiche Rometti della fine degli anni Venti.
Negli anni Trenta Cagli è stato parte costitutiva insieme a Capogrossi e Cavalli della “Scuola Romana” all’interno della quale fu anche l’ispiratore di concetti fondamentali quali il “primordialismo”. Nel periodo dell’entre-deux-guerres egli è, infatti, uno dei maggiori punti di riferimento del panorama artistico italiano e la sua pittura è una delle più dense di suggestioni.
Ma l’attività artistica di Corrado Cagli in Italia si suddivide in due distinti momenti a causa dell’applicazione delle leggi razziali nel 1938 che lo costringono ad un trasferimento a New York dove resterà fino al 1947. La rottura con l’ortodossia culturale del regime fasciata si era già concretizzata con le Vedute di Roma che fanno parte del ciclo esposto ed in parte censurato all’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Quale ufficiale americano si arruola volontario, per difendere i valori di libertà di cui è impregnata la sua arte, ed è in Normandia, Belgio, sulle Ardenne ed in Germania fino a Dachau dove di getto verga toccanti disegni dei prigionieri all’atto della liberazione.
Dalla mostra del 1948 di Bologna, Cagli (forte anche delle esperienze maturate a New York) accresce la propria linea informale di cui aveva già dato taluni segni anticipatori prima dell’esilio. A tal proposito Crispolti annota come l’esperienza informale di Cagli sia foriera di “conseguenze non soltanto a Roma, ma relativamente alla stessa formazione del gestualismo spaziale e nucleare milanese”. Egli diviene maestro di numerosi artisti e la sua arte lascia un’impronta internazionale.
Per comprendere questo instancabile sperimentatore e straordinario anticipatore occorre tenere a mente la definizione di “gran stregone” che Longhi fa di Cagli. La cultura in questo maestro appare come una sorta di magia decifrata attraverso Jung.
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