Flotta Arunta, 1957
Tecnica mista su carta intelata, 100 x 150 cm
Firmato in basso a destra: “Cagli”
Roma, collezione privata
Già presente nelle Tavolette, l’elemento totemico ritorna in questo ciclo di opere del 1957, esposto l’anno successivo alla Galleria Schneider di Roma, permettendo a Cagli di proseguire la sua meditazione sull’ elemento archetipico. In Eden, Inferi, Approdo Arunta, Flotta Arunta segni primitivi, emblemi totemici si stagliano netti su un fondo che non ha in questo caso funzione di piano o di schermo, ma si fa profondità primordiale, spazio smisurato che diventa psichico, su cui le immagini si dispongono, in una sorta di ordinato archivio di memorie ed emblemi. Ancora una volta in questa serie – in cui elementi attinti dal mondo sacrale di culture extraeuropee assurgono a simboli archetipici – ci troviamo di fronte a un procedimento artistico ispirato all’individuazione junghiana di un inconscio collettivo, le cui recondite regioni psichiche emergono appunto mediante l’esplorazione degli archetipi. La rappresentazione di elementi totemici in uno spazio che si fa psichico presenta delle analogie con opere di Matta, dove, similmente, da profondità smisurate prendono vita totem; sia queste opere di Cagli che quelle di Matta hanno “parentele con simulacri oceanici Malanggan e con tutto un mondo di figure che provenivano dalle Isole dei mari del Sud e che cominciarono già a circolare nella Parigi degli anni venti e trenta, suscitando l’interesse di tutti quegli artisti che si muovevano intorno all’orbita del Surrealismo” (E. Mascelloni, Corrado Cagli, Mostra antologica alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Verona, 1989).
Esposizioni: Taormina 1986, n. 53, ripr.; Marsala 1999, p. 81, ripr. a colori; Teramo 2003, ripr.
( Cagli, catalogo della mostra, Ancona, 12 febbraio – 4 giugno 2006, a cura di F. Benzi. )