Edipo a Tebe, 1933
Olio su tela, 85 x 55 cm
Firmato in basso a sinistra: “Cagli”
Roma, collezione privata
Questo dipinto è forse il più rappresentativo fra quelli esposti nel dicembre 1933 al la celebre mostra parigina presentata da Waldemar George. L’idea del tonalismo è perfettamente raggiunta in una pittura chiara, priva di disegno, in cui le forme si espandono a serpentina sotto le campiture cromatiche condotte da una pennellata sciolta e movimentata (al contrario dell’effetto statico, “ad affresco” che ricercano Cavalli e Capogrossi). George sottolinea questo aspetto nel te sto di presentazione della mostra: “Cagli n’e st pas seulement le peintre de la tension, de l’effort musculaire. Peintre de la genèse veriste, de l’homme primordial, du geste persuasif et significatif, il exprime le mouvement organique, le secret mécanisme du mouvement […] Ce rude anatomiste, qui reprend pour son compte les données de Lucas Signorelli et de Pollaiuolo, est essentielelment un peintre de notre temps”. La scena, come nel Neofita, ha una forte componente eroti ca, mascherata sotto le spoglie di un episodio mitologico: Edipo giunge a Tebe dopo aver ucciso la Sfinge, ringraziato dagli abi tanti che erano vessati dal mostro. Pubblicato nel catalogo della mostra parigina col titolo Composition, va invece identificato con il n. 18 del catalogo, intitolato CEdipe.
Esposizioni: Parigi 1933 (col titolo Edipe), ripr.; Bari 1935, atrio centrale, n. 9; Roma 1980, ripr. a colori; Milano 1982, p. 634, ripr.; Napoli 1982, n. 8, ripr. a colori; Viareggio 1983, p. 81, ripr.; Montecatini-Ro ma 1984, p. 29, ripr. a colori; Siena 1985, p. 117, n. 23, ripr.; Taormina 1986, p. 63, ripr. a colori; Roma 1998, p. 284, ripr.; Roma 1999, P. 19, n. 3, ripr. a colori; Teramo 2003, p. 41, ripr. a colori; Pordenone 2004, p. 36, ripr. a colori.
( Cagli, catalogo della mostra, Ancona, 12 febbraio – 4 giugno 2006, a cura di F. Benzi. )