Biografia Di Corrado Cagli

 

1910

Corrado Cagli nasce il 23 febbraio ad Ancona da Alfredo Cagli e Ada Della Pergola.

1915

Si trasferisce con i genitori a Roma, dove compie studi classici e frequenta l’Accademia delle Belle Arti.

Gli anni '20

1925-1926

Illustra le copertine e alcune illustrazioni interne de “La Croce Rossa Italiana Giovanile”, rivista per le scuole primarie e secondarie italiane.

1927

Realizza la prima tempera per il soffitto di un club in via Sistina a Roma, distrutta.

1928

Primavera. Si apre la XCIV Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti a Roma. Cagli esordisce con un lavoro di artigianato, un cofano “del focolare”.

Realizza un murale a “tempera magra” per il salone adibito a teatro del gruppo rionale Campo Marzio – Trevi – Colonna  del PNF, in via del Vantaggio a Roma. Dell’opera perduta non è rimasta alcuna traccia; rimane una testimonianza di Dario Sabatello che in uno scritto ne evoca i temi: “Sono scene di vita nei campi, nelle officine, nelle palestre; plastiche e sincere e sentite” (D. Sabatello, Galleria dei giovanissimi: Corrado Cagli, in “Il Tevere”, Roma, 8 marzo 1933).

1929

Lavora nella fabbrica di ceramiche d’arte Rometti a Umbertide. È qui che probabilmente entra in contatto con Gerardo Dottori, che successivamente scriverà più volte su di lui, anche sulla attività di ceramista.

6 dicembre. Si inaugura la II mostra del Sindacato laziale fascista di Belle Arti al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Cagli espone nella sala futurista assieme a – tra  gli altri – Balla, Prampolini, Dottori e Fillia. Presenta Il vasaio, ceramica eseguita per Rometti.

Gli anni '30

1930

È nominato direttore artistico della fabbrica di ceramiche d’arte Rometti di Umbertide.

Esegue nella casa Mavarelli-Reggiani a Umbertide un affresco di 60 metri sul tema della Battaglia del grano, suddiviso in dodici riquadri che rivestono le quattro pareti della sala.

La Battaglia del grano è “raffigurata con accenti che mescolano il decorativismo lineare (vagamente déco) delle figurazioni ceramiche agli andamenti spiralici, dinamici del futurismo” (F. Benzi, Corrado Cagli gli anni della Scuola Romana 1932-1938, Archivio Arco Farnese, Roma 1999).

1931

Gennaio. Si inaugura la prima Quadriennale d’Arte di Roma, presieduta da C.E. Oppo.

È qui che assai probabilmente Cagli conosce Fausto Pirandello e i suoi amici Cavalli e Capogrossi.

1932

Aprile. Si inaugura la personale di Corrado Cagli e Adriana Pincherle alla Galleria di Roma, diretta da Pier Maria Bardi. Cagli espone La Fortuna, vari ritratti fra cui il Ritratto di Sclavi e Igino, studi, disegni, alcune ceramiche e la scultura Ritratto di Serena.

A proposito del giovane artista Alberto Nepi annota che quest’ultimo “mira a risolvere essenzialmente problemi di costruzione plastica e di evidenza tipologica con una tecnica da pittura parietale primeva, ad impasti gessosi e forti bruni, che reca talvolta acerbe precisioni di graffito” (A. Nepi, Due giovanissimi, in “La Tribuna”, venerdì 5 aprile 1932).

In un’altra recensione della mostra, Dottori legge nell’opera del “serio, meditativo” Cagli “una maturità che in un giovanissimo è prodigiosa ma anche pericolosa. In alcuni dei suoi quadri l’artista ha risolto - come ho detto più sopra - tutti i problemi della pittura contemporanea. Li ha risolti con una sincerità, freschezza e audacia di primitivo” (G. Dottori, A. Pincherle e C. Cagli alla Galleria di Roma, in “L’Impero”, 17 aprile 1932).

Dopo la sua prima personale fonda assieme a Giuseppe Capogrossi ed Emanuele Cavalli il Gruppo dei Nuovi Pittori Romani.

Maggio. Viene organizzata alla Galleria di Roma la mostra “Dieci pittori: cinque romani e cinque milanesi”: i cinque romani sono Cagli, Capogrossi, Cavalli, Paladini e Pirandello, i cinque milanesi, Birolli, Bogliardi, Ghiringhelli, Sassu e A. Soldati.

Cagli è presente con quattro dipinti fra cui Ritratto di Bardi e Nudo virile.

Agosto. È ammesso a partecipare al concorso di decorazione per il Pensionato artistico nazionale, concorso che ha il seguente tema, “Vestibolo di una scuola di aviazione”. Nell’esposizione di novembre il suo Icaro viene considerato l’opera migliore all’interno del concorso di decorazione.

3 dicembre. Viene inaugurata alla Galleria d’Arte di Roma la mostra di “Cavalli, Cagli, Capogrossi, Eloisa Michelucci”. Cagli espone un gruppo di disegni: “È un temperamento fantastico, che grazie alla sua straordinaria abilità può abbandonarsi a tutti i capricci ed a tutte le ispirazioni. Dal più ornato disegno classicheggiante, fatto di linee che sembrano sospiri, passa alla caotica composizione satirica, che nella esiguità del segno ricorda i negri, gli arcaici, gli artisti delle caverne; e dalle solide composizioni illustrative, dai ritratti pieni di impegno pittorico e psicologico, passa ad astrazioni misteriose e suggestive, vere trappole dell’invenzione [...]” (Il Quirite [A. Spaini], Aspirazioni e conquiste della giovane pittura, in “Il Resto del Carlino”, 25 dicembre 1932).

A fine anno, su invito della Commissione Archeologica di Salerno, si reca a Pæstum (visitando probabilmente anche Napoli e Pompei). Il viaggio, durante il quale esegue dipinti e disegni, sarà importante per la conoscenza della pittura pompeiana.

Sempre alla fine del 1932 realizza un murale dipinto per la Mostra dell’Edilizia in piazza Adriana a Roma, raffigurante soggetti storici “romani” (il tema di una parete è il Lago di Regillo): “Soggetti di afflato mitico, isolati su fondi uniformi, in cui la pittura si è ormai sciolta in una parvenza di encausto (furono eseguite con una nuova vernice sintetica, il décoral), e i riferimenti a Picasso, al purismo di Jeanneret-Le Corbusier (amico sempre di Bontempelli), all’ astrattismo comasco nascente (sotto la stella di Bardi), sono maturati finalmente in una visione autonoma, monumentale, in una concezione emotiva del mito immanente” (F. Benzi, op.cit).

1933

21 febbraio. Viene inaugurata (all’insegna della “nuova pittura romana”) la mostra “Cagli, Capogrossi, Cavalli”, alla Galleria del Milione di Milano, presentata in catalogo da P.M. Bardi. Cagli espone un gruppo di disegni: “Ma si possono chiamarli ‘disegni’? La loro intenzione è ben più ampia e spaziale. Ci troviamo piuttosto davanti a intenzioni sintetiche di ben più vaste costruzioni. Esse ci seducono tuttavia per le qualità che posseggono in sé stesse: l’impeto che dentro le anima ci conduce subito a pensare qual sia o potrebbe essere la loro proiezione definitiva nella fede estetica che loro è naturale: l’affresco”. (D. Bonardi, Le mostre d’arte a Milano, in “La Sera”, Milano, 2 marzo 1933).

Primavera. Si tiene il concorso di secondo grado per l’assegnazione del Pensionato artistico nazionale, dove Cagli partecipa al concorso (successivamente annullato) di decorazione. Espone bozzetto d’insieme e particolare sia in cartone a solo disegno sia in prova di colore; il soggetto è di tema politico.

Così l’opera viene presa in esame in un articolo de “Il Lavoro Fascista”: “Interessantissima e vitale l’opera del Cagli, già provato in mostre ed incarichi, che suscitarono larghi consensi anche fuori di Roma. Meglio che nel bozzetto d’insieme, le sue qualità di realizzatore drastico, dall’etrusca indole caratterizzatrice, s’impongono nel particolare delle camice nere in gruppo, sia attraverso il cartone a semplice disegno, sia nella prova in colori, intonata sul grigio verde e sulle terre d’ombra. Qui s’accendono, in verità, grandi speranze per la nostra pittura giovane d’ampio respiro” (a.n., Pittori e pittrici di gusto moderno. I saggi presentati al Pensionato Nazionale, in “Il Lavoro Fascista”, 19 maggio 1933).

La sua mancata premiazione, che era stata caldeggiata da molti, susciterà molte polemiche (cfr. a questo proposito gli articoli II Pensionato artistico e la sfiducia nei giovani, in “Ambrosiano”, Milano, 1 giugno 1933; A. Neppi, Dopo il Concorso del Pensionato Artistico: un verdetto da riformare, in “Il Lavoro Fascista”, 4 giugno 1933; E.V., Il colpo di scena al pensionato artistico, in “L’Impero”, Roma 8 giugno 1933).

Aprile. Non è chiara la sua partecipazione alla Mostra Provinciale di Salerno, correlata a un secondo viaggio progettato con Capogrossi e Cavalli a Pompei.

10 maggio. Si apre la V Triennale di Milano (Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne e dell’Architettura moderna). Cagli realizza una pittura murale nel vestibolo, un affresco di 30 metri quadri, tempera all’uovo, dal titolo Preludi della guerra.

Scrive un articolo, fondamentale per la storia del muralismo italiano, in cui formula i suoi fondamenti teorico-estetici, sostenendo delle posizioni affini a quelle che Sironi andava esprimendo nello stesso periodo: “Richiamo l’attenzione su due fatti di grande importanza: uno avviene in pittura, l’altro in architettura. Fatti dai quali non si può prescindere se si vuol supporre per logica anziché per intuizione il divenire dell’estetica nella plastica contemporanea. In pittura, e ormai da tempo, e sotto diversi cieli, si manifestano aspirazioni all’arte murale, all’affresco. Manifestazioni antitetiche anche se parallele nell’intenzione, per la diversa genesi geografica e spirituale. Nel primo caso sottolineo il senso culturale e snobistico che può avere l’affresco in un nord-americano affinché si noti quanto sia più spontanea la stessa aspirazione in un umbro o in un toscano. Né intendo sostenere diritti di tradizione. Ma penso al mirabile esordio di maestri comacini con le prime forme romaniche, e al loro metafisico perdurare (se non è leggenda la strage subita) in comaschi del nostro secolo fino a Sant’Elia e Terragni. Quanto alla genesi spirituale alludo ai motivi che inducono alla pittura su parete. Molteplici, iniqui o giusti che siano. Iniqui motivi: quelli che sono in funzione di una accademica diagnosi dell’ultimo trentennio, e di un mediatore spirito pseudoumanistico che porta a vagheggiare forme rinascimentali (esistono ancora preraffaelliti) attraverso il caleidoscopio falso e scolastico dei bozzetti, dei cartoni, degli spolveri. Giusti motivi: quelli che segnano il superamento delle forme pure e preludono a sensi di pittura ciclica; al neoformalismo classicheggiante, e arcaico, contrapponendo il primordiale.

Nella necessità del ciclo, nella movenza di primordio, sono visibili i segni di un superamento delle tendenze di ripiego, tra le quali è da considerare tipica la scuola del Novecento milanese. Né tale situazione è singolare nella pittura. In musica, in letteratura, in tutte le arti, è lo stesso bisogno di stupore e di primordio che si fa sentire, la stessa angoscia di abbandonare il frammento, e, liberati da un complicato intelletto, farsi i muscoli e il fiato per un’arte ciclica e polifonica.

Quanto si fa in pittura oggi al di fuori della aspirazione murale (che ha persino mutato lo spirito della pittura da cavalletto influenzandone l’impianto e la materia) è fatica minore e, storicamente vana. A convogliare la forza della pittura contemporanea occorrono i muri, le pareti.

Segnalata l’aspirazione murale della pittura odierna, l’altro fatto importante da considerare riguarda l’architettura. Alludo alla crisi estetica che va traversando quell’arte, crisi che ancora più si inasprirà il giorno che il razionalismo sarà divenuto patrimonio comune.

Ho sostenuto altrove che i ritmi dell’architettura contemporanea sono in funzione di una metafisica troppo scoperta, e collaborano a un’estetica, dopo tutto, barbarica. Respinti, per le ragioni che tutti sanno, moduli e fastigi, modanature e capitelli, l’architetto innovatore ha ritrovato dell’architettura il senso e il metro; ma, insieme, a queste altissime conquiste, ha contratto vizi stilistici e incongruenti ripugnanze. Questa è la stagione in cui la parete bianca non chiede alla statuaria soccorso per divenire allusiva e profonda, né chiede le figurazioni dipinte per un’errata interpretazione delle parole ‘sintesi’ e ‘metafisica’. In nome di queste due virtù si è operato in ‘povertà’ e ‘vaneggiamento’, se perfino Modigliani, che è dei più grandi, è stato piuttosto sommario che sintetico.

L’architetto che non ha il senso orchestrale dell’unità delle arti non è raro oggi, ma si trova in condizioni di barbarie. A questo punto conviene ricordare che barbarico non significa primordiale. Allora, passato col vento su tali questioni della pittura e della architettura, considerati i caratteri essenziali che sono, nell’una la volontà di potenza e l’aspirazione ciclica, nell’altra l’intelligenza della costruzione fino all’inaridirsi della fantasia, vedo che si può concludere invocando la collaborazione delle arti, se non la fine delle specializzazioni” (C. Cagli, Muri ai pittori, in “Quadrante”, I, 1, Milano, maggio, 1933).

Gli viene commissionata la realizzazione di un mosaico di circa 200 metri quadri, per la decorazione della fontana di piazza Tacito a Terni. Il progetto è di M. Ridolfi e M. Fagiolo, vincitori di un concorso nazionale. Il soggetto raffigurato sono i dodici segni dello zodiaco.

31 ottobre. Capogrossi e Cavalli, in qualità di pittori e Melli, in qualità di critico, firmano il Manifesto del Primordialismo Plastico. Cagli e il filosofo Ciliberti partecipano alla stesura, ma per un diverbio con gli altri (probabilmente per l’improvvisa intromissione di Melli a lui non gradita) Cagli si ritira dall’impresa.

Nonostante tutto, il contenuto del Manifesto “rappresenta un raggiungimento teorico notevole, nel quale ben si distinguono le personalità soprattutto di Cavalli, negli accenti fortemente spiritualistici ed esoterici che gli sono tipici [...] e di Cagli, di cui ricorre il tema della “mitologia moderna” di matrice bontempelliana” (F. Benzi, op.cit.).

Dicembre. Si inaugura la mostra di Capogrossi, Cagli, Cavalli e Sclavi alla Galerie Jacques Bonjean di Parigi. Organizzata dal conte Emmanuele Sarmiento, la mostra è presentata in catalogo dal critico Waldemar George che raggruppa i quattro giovani artisti sotto l’etichetta di “Ecole de Rome”. Cagli espone Ritratto del pittore Prieto, Edipo, La colomba, Natura morta, Composizione.

La mostra ha numerose recensioni, sia in suolo italiano sia francese. Così viene recepita l’opera di Cagli, all’epoca del tutto sconosciuta oltralpe, dall’autorevole “Gazette des Beaux-Arts”: “Voici un Italien de vingt-quatre ans, dont je ne sais rien. Du premier regard on démêle dans ce qu’il fait des influences: celle de Chirico, par exemple, et bien d’autres. Mais déjà il les assimile, les combine, et les fond selon son tempérament [...] Mais surtout Cagli a un sens très sûr de l’harmonie des couleurs, une mémoire ou un sentiment de leurs convenances mutuelles qui lui permet de fixer les moments les plus fugitifs d’un paysage. Symphonies en brun, contours purs, graves matinées ou moments ou le crépuscule va tomber: ce sont les moments de vigueur mate de la nature italienne qu’il sait le mieux rendre. Dans ses tableaux sans anecdote, le sentiment de la terre est si fort, que l’on se sent y marcher pieds nus, ou qu’on se croit étendu près du sommet, l’épaule contre l’épaule de la colline. Ce sentiment de l’espace que les modernes ont si peu, il le rend sans vaporeux, sans perspectives trop déduites, comme s’il avait retrouvé le profond secret de l’école de Pérugin; ses petits tableaux laissent le souvenir d’une choses très vaste.

L’accent est tout moderne; le refus au détail, le viril dépouillement des formes, s’il persévère dans sa propre voie, annoncent une assez rare grandeur” (J. Prévost, Un jeune peintre Corrado Cagli, in “Gazette des Beaux-Arts”, 1 giugno 1934).

1934

Maggio. Si apre la IV Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio ai Mercati Traianei di Roma. Espone I Vasi, Ritratto del pittore Prieto, La Colomba, Composizione, Disegno e Riposo in Egitto.

4-20 maggio. Alla Galerie Les Amis de l’art contemporain di Parigi si tiene la mostra “L’œuvre de Vuillard, Bonnard, Dunoyer de Segonzac, Manon, Cagli. Sculptures et dessins de Despiau et Fazzini”.

1935

Febbraio. Si apre al Palazzo delle Esposizioni di Roma la II Quadriennale d’arte nazionale, ordinata da C.E. Oppo.

Cagli espone quattro pannelli murali asportabili per la rotonda allestita da Piero Aschieri. I pannelli, alti quasi 4 metri, raffigurano il tema della Bonifica dell’Agro Pontino (sono costituiti da una Protasi e da tre Cronache del tempo). Gli viene assegnato un premio di 10.000 lire.

Presenta inoltre anche un cospicuo numero di opere: La Romana, Il neofita, Il Palatino, Ritratto di Afro, L’Angelica, I Sabaudesi, La notte di San Giovanni, I neofiti, Composizione, Battaglia, Sette pennelli e sei disegni.

Scrive Cagli nell’autopresentazione in catalogo: “La serie dei miei quadri di piccola dimensione sono parte della mia attività pittorica più recente. Ai quattro quadri che sono nel salone attribuisco altro significato che definisco qui: al di là delle comuni ricerche di un linguaggio tonale, di una dignità delle tecniche e delle materie, di una osservazione delle leggi metafisiche che pervadono la pittura, vi è una foce di fronte alla quale tutte queste fatiche non sono che fiumi: la creazione dei nuovi miti. A questo è tesa, io credo, ogni vocazione del tempo. Tale ansia determina sul piano della contingenza i recenti moti polemici sull’arte murale, per essere esatti, sulla pittura ciclica. Ravvisando secondo la mia vocazione, il mito nel senso eroico e religioso, delle più gravi imprese, rivendico ai creatori il compito di giudicare il tempo e celebrarlo. Tempo non già a noi concavo ma in noi convesso”.

I pannelli vengono accolti perlopiù favorevolmente: “[...] Ancora più intensamente, nei quattro pannelli di Corrado Cagli che ornano la rotonda centrale, l’abbandono del mondo dei sensi verso un più libero gioco della memoria e della fantasia trova un’espressione immediatamente pittorica. Il giallo del grano di Littoria si trasforma nelle penne dorate di un leone alato: le gradazioni tonali, tradotte improvvisamente in un linguaggio simbolico, generano figurazioni di nuovi miti; la favola nasce dalla materia stessa della pittura” (A. Spaini, Dramma e gloria della pittura moderna, in “Il Resto del Carlino”, 5 febbraio 1935).

Talvolta si coglie qualche tono di riserva: “Il giovane Cagli ha non comuni doti di fantasia. Preferiamo i suoi disegni più abili che sentiti ai miti che, percorrendone la possibilità, egli vorrebbe tramandare di questa nostra era ai posteri. I miti non si possono preparare. Devono nascere spontanei. E mentre la piccola composizione ‘L’Angelica’ è veramente una trasfigurazione raggiunta i grandi pannelli della rotonda sono slavati, caotici e cartellonistici” (A. Godi di Godio, Panorama dei valori di pittura, in “L’ora”, Palermo, 31 maggio, 1935).

“Cagli appartiene alla categoria dei pittori colti: quelli che hanno letto e meditato sui problemi estetici e che scrivono senza errori di grammatica o d’ortografia. La volontà di ‘far grande’ di creare ‘nuovi miti’ è sorretta da un pari potere inventivo? La fantasia compositiva si adegua alle nobilissime intenzioni? E i valori ‘strettamente pittorici’ tengono in piedi le raffinate combinazioni compositive? Non a caso si dice ‘combinazioni’: nei pannelli di Corrado Cagli si passano in rivista illustri ricordi, si sfogliano intere pagine di storia dell’arte. Il pittore si vale di troppi schemi noti [...] Cagli è un giovane d’ingegno e le premesse da cui parte sono giuste. Ma non guastiamolo troppo presto, proclamandolo in maestro. Facciamolo un po’ soffrire: e sarà tanto di guadagnato per lui” (G. Marchiori, in “Corriere Padano”, Ferrara, 15 maggio 1935).

Partecipa al “Concorso, convegno e mostra della cultura e dell’arte dei Littorali dell’anno XIII”. Non ottiene nessun riconoscimento.

È incaricato della realizzazione di due dipinti murali per l’Edificio di Castel De’ Cesari di Roma, ristrutturato dall’architetto razionalista G. Minnucci come sede dell’Opera Nazionale Balilla. Uno dei due murali raffigura La corsa dei barberi, rievocazione della celebre corsa dei cavalli bradi attraverso il Corso fino a Piazza del Popolo.

Di questo affresco si può leggere in un articolo non firmato de “Il Lavoro Fascista” di venerdì 28 giugno 1935: “Il Cagli ha rappresentato in questa ampia composizione, pienamente consentanea allo spirito che emerge dalle sue tempere allegoriche alla Quadriennale, la romanissima Corsa dei Berberi di pontificia memoria, riscattando ogni attributo di facile folklore in un’aura epica e virile, se pur popolaresca, sullo sfondo di architetture dell’Urbe, fantasiosamente evocative, ma per nulla arbitrarie, nei rispetti della trasfigurazione poetica del reale, storico o presente che esso sia. L’opera animosa del giovane colorista concittadino conferma ancora una volta, le aspirazioni ma anche le possibilità della pittura italiana nata col Fascismo, intesa alle vaste ed eccitatrici composizioni parietali che sappiano esprimere il clima spirituale del tempo nostro”.

Il ministro dell’Educazione Renato Ricci ordina la distruzione degli affreschi, a seguito della censura per inadeguatezza tematica. Nascosto da una falsa parete, costruita dallo stesso Cagli, verrà preservato il dipinto murale situato nella Biblioteca, portato allo scoperto nel 1945 su iniziativa di Mirko.

Aprile-maggio. Tiene una prima personale di cinquanta disegni alla Galleria La Cometa della Contessa Anna Laetitia (Mimi) Pecci Blunt, diretta da Libero De Libero e dallo stesso Cagli, inaugurata in quella occasione. La galleria svolgerà fino al 1938, in gran parte anche grazie all’influsso di Cagli, un’importante opera di diffusione culturale di taglio antinovecentista. Il catalogo contiene uno scritto di Massimo Bontempelli sul disegno.

Alla “Mostra di disegni del Sindacato interprovinciale fascista di Belle Arti”, presso l’Ex circolo delle Arti di Roma espone Ritratto di Serena, La vocazione, Il  neofita.

Maggio. Si apre al Jeu de Paume di Parigi la mostra “Art Italien des XIX e XX siècles” (trasferita successivamente a Londra alla Wertheim Gallery), a cura di Antonio Maraini, sezione moderna della vastissima “Exposition d’Art italien”, allestita al Petit Palais. Espone I vasi, Ritratto del pittore Prieto, Nuvole.

Si inaugura la II Mostra del Sindacato interprovinciale fascista di Belle Arti- Puglia a Bari: “Una delle caratteristiche della odierna mostra di Bari è nell’aver ospitato il gruppo più importante degli artisti che operano a Roma, raccolti in una sala [...] È ormai noto che la giovane pittura di Roma s’è messa all’avanguardia della pittura italiana con una serie di valori originali autonomi e accordati nello stesso tempo nella volontà di costituire il clima unitario, il germe della nuova estetica italiana” (D. Caputi, La Seconda Mostra Sindacale d’Arte di Puglia, in “Quadrivio”, Roma, 2 giugno 1935).

Cagli espone La vita di fiume, Infanzia di Giovanna, Giovanni a Patmo e Battaglia.

Durante l’estate a Venezia termina i mosaici per la fontana di piazza Tacito a Terni.

1936

18 gennaio. Si inaugura la VI Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio. Cagli ha una piccola personale dove espone: Giorno di San Giovanni, La ciociara, Il villano, Un albero, Notturno, Fiori, Un albero, Cavallasca  e La piccola.

30 gennaio. Tiene una personale alla Galleria La Cometa. Tra le opere esposte: La caccia, Ragazzo con l’oca, Natura morta con flauto, Natura morta rossa, Natura morta con mele, Ritratto d’uomo, Albero, La consolazione di notte. Presentazione di Libero De Libero. Febbraio. Mostra d’arte italiana a Budapest.

Maggio. Si inaugura al Palazzo dell’Arte a Milano, la VI Triennale Internazionale. Cagli presenta sulla parete di fondo della sala delle Priorità Italiche, realizzata dal gruppo BBPR, un grande dipinto, 6x6 metri, a tempera encaustica su tavola tamburata, La battaglia di San Martino e Solferino. Del grande murale, realizzato in pannelli distinti nello studio romano e poi montato soltanto a Milano, non esistono cartoni o disegni d’insieme, ma solamente un bozzetto realizzato per la presentazione.

Si legge nell’“Italia letteraria”, datata 28 giugno 1936, un lungo commento di Margherita Sarfatti: “Ecco, ora, un’altra occasione per parlare di Cagli: la vasta composizione dipinta per una sala della ‘Triennale’ è senza dubbio uno dei documenti pittorici di questo nostro tempo, e un richiamo a quegli impegni che la pittura contemporanea dovrà alla fin fine mantenere per uscire fuori dalle miserie della natura morta e dei giocherelli d’evasione dal realismo. Cagli, dopo una preparazione artigianale che gli ha dato la sicurezza assoluta dei mezzi d’espressione, si appresta alla pittura a fresco con uno stile che ha del prodigioso, e che suscita le più accese discussioni, accompagnate dalle inevitabili condanne e dalle messe in sordina del suo comparire alla ribalta delle esposizioni con questi pezzi che riempiono di stupore. A noi sembra che la personalità di Cagli sia ben definita e chiarita per via di questo dipinto che indica nel modo più evidente quali sono le sue doti di pittore. Una pittura nuova, viva delle esperienze della polemica condotta da vent’anni in Italia e maturata nel rapporto con la tradizione e la modernità, è ormai un fatto reale. Da un dipinto come questo di Cagli si può iniziare un ciclo degno dei cicli che ci sono rimasti a testimonianza della fede nella pittura” (M. Sarfatti, Una pittura di Corrado Cagli, in “L’Italia letteraria”, 28 giugno 1936).

Sempre la Sarfatti su La battaglia di San Martino e Solferino: “Ancora più interessante il problema della linea modulata e dello stile ricco nelle opere di grande arte esposte a Milano. La tempera Battaglia di S. Martino del giovane romano Corrado Cagli copre una parete a vaste figurazioni di uomini in schiera, gruppi di cavalli grandi il vero, con caratteri e azioni individuali, tuttavia subordinati e inquadrati dentro uno schema di multiple diagonali incrociate. I colori sono vivissimi, il rosso degli zuavi, il blu dei bersaglieri, il giallo degli austriaci strillano su fondo verde: i cavalli si impennano, le baionette luccicano alte nel sole, i morenti si rovesciano a terra nell’ombra, fumano le fucilate, sparano i cannoni, sventolano le piume, drappelli di armati a piè e cavallo accorrono di lontano; le calde zolle bruneggiano, le messi verzicano succose e intense, i monti salgono in chiarità celesti e viola verso il sereno cielo. Tutta la rappresentazione ricorda da una parte Paolo Uccello per l’ispirazione e la composizione; e ricorda al tempo stesso la franchezza sciolta, diretta e semplice dei carretti siciliani per l’esecuzione a tinte vive, a contrasti chiari, a evidenze di pannello decorativo. Questo carattere tutt’insieme culturale e popolaresco in parte è voluto, in parte sgorga dall’impeto concitato della giovinezza. Se oggi ancora è semplicista e frettoloso, gli anni e lo studio matureranno nelle pazienze della mano e della tela le focose visioni dello spirito; ne fanno fede sin d’ora la più calma e approfondita bellezza del paesaggio lombardo, dove la scena si svolge, specialmente nelle prospettive dell’ultimo piano” (M.G. Sarfatti, Arti Decorative ovvero: l’oggetto corre dietro alla propria ombra, in “Nuova Antologia”, XIV, 1 luglio 1936).

Giugno. Si apre la XX Biennale, Venezia. Cagli espone Anemoni e felci, Calice rosa, Flauto, La caccia, Le ocarine, La tromba rossa e Le calle. Osserva a proposito di queste opere F. Pasinetti: “Abbandonata la patina gialla che pareva voler essere la sua caratteristica Corrado Cagli trova qui in altri elementi il modo della sua personalità; la quale si rende manifesta oltreché da uno squisito senso decorativo (Anemoni e felci e Tromba rossa o La caccia col cavallo dalla coda che par di vetro filato) soprattutto dall’armonica distribuzione delle zone colorate e dal tono di esse” (n.d.a.: La rivista su cui appare questo commento non è al momento identificata).

Qualche perplessità da parte di M.M. Lazzaro: “La XXII è un convegno di romani che passiamo in rassegna. Ci viene incontro Corrado Cagli.

Di Cagli stavolta ce ne sono due: quello che comincia a dipingere e l’altro che conosciamo. Questo artista intelligentemente fantasioso stavolta pare si vada ammansandosi. Non capiamo, però, la discordanza della sua parete con due modi di vedere completamente diversi; gli Anemoni, per esempio, le Ocarine e le Calle hanno tutt’altre vedute: regolarissime e pittoricamente molto delicate e tonali. Mentre il resto, quella specie di uomo-zebra a cavallo per dirne uno, ci porta in un mondo così inventato da farci pensare a una discreta decorazione fuori luogo” (M.M. Lazzaro, La pittura alla Biennale di Venezia, in “Il Popolo di Sicilia”, Catania, 14 giugno 1936).

1937

Gennaio. Alla Galleria della Cometa si tiene una mostra antologica del disegno a Roma.

Aprile. Si inaugura la VII Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio, Mercati Traianei, Roma. Espone: Paesaggio toscano, Davide salmista, Paesaggio toscano, Motivo di Carnevale, Motivo di riposo.

Alla V Mostra d’Arte, Sindacato Interprovinciale fascista Belle Arti delle Marche, Recanati, Cagli espone Fiori.

26 maggio. Viene inaugurata l’“Expo- sition Internationale des Arts et des Techniques” a Parigi. Aiutato da Afro, Cagli realizza una serie di grandi dipinti a tempera encaustica su tavola tamburata per la decorazione del vestibolo del Padiglione Italiano. I dipinti raffigurano immagini monumentali di Roma e ritratti dei grandi italiani dall’epoca romana al Risorgimento.

Novembre. Nella succursale newyorchese della Galleria della Cometa, The Comet Art Gallery, 10 east 52nd Street, si inaugura la collettiva “Anthology of Contemporary Italian Painting”, dove Cagli espone cinque dipinti. Poco dopo si apre la collettiva “Anthology of Contemporary Italian Drawing”.

Iniziano in quell’anno gli attacchi antisemiti contro Cagli e la Galleria La Cometa da parte di una certa critica fascista, raggruppata attorno alle testate “Quadrivio” e “Il Tevere”, capeggiata da Giuseppe Pensabene. Quest’ultimo accusa Cagli di disfattismo in relazione al ciclo pittorico presentato all’Exposition Internationale (cfr. G. Pensabene, I protocolli dei saggi di Sion e le arti, in “Quadrivio”, VI, 5, 28 novembre 1937).

Anche il direttore de “La difesa della razza”, Telesio Interlandi, dalle colonne de “Il Tevere” accusa Cagli di rappresentare “le glorie della storia italica, con i volti di uomini delle caverne o dei minorati psichici”, evocando una “competenza del Tribunale speciale (T. Interlandi, Straniera bolscevizzante e giudaica, in “Il Tevere”, XVI, 23, Roma, 24-25 novembre 1938).

Dicembre. Alla “Mostra di 60 artisti italiani”, alla Galleria La Mediterranea, in Palazzo De Seta a Palermo espone Dioniso e Rose bianche.

A Parigi si tiene una sua personale alla Galerie des Quatre Chemins.

1938

Maggio. Tiene una personale alla Galleria d’Arte di via Cavour a Firenze.

Giugno. Si apre la XXI Biennale di Venezia. Cagli partecipa con un affresco su intonaco, Orfeo che incanta le belve, di cui esiste un cartone preparatorio.

Alla fine del 1938 è costretto a scegliere la strada dell’esilio, a seguito della proclamazione delle leggi razziali e del- l’intensifìcarsi degli attacchi antisemiti nei confronti della sua persona e della sua opera. Si stabilisce a Parigi.

1939

Si inaugura una personale alla Galerie des Quatre Chemins di Parigi.

Alla fine dell’anno Cagli si imbarca a Cherbourg alla volta di New York dove l’aspetta la sorella Ebe.

Gli anni '40

1940-1945

Durante la II guerra mondiale Cagli si arruola nell’esercito americano e partecipa alla campagna d’Europa: “Ed ecco davanti a noi un altro Cagli, caporale dell’esercito americano in licenza di venti giorni a Roma e a Francoforte sul Meno; eccolo con l’uniforme kaki e gli scarponi di vacchetta, la bustina inclinata e la piccola bisaccia di tela “simbolo e parte di cose assai più vaste se non più profonde ([...] was bom in 1910 in Italy [...] in 1939 he became an american Citizen, and is now with the American Forces in England: questo si legge nel catalogo della sua one-man show dell’anno scorso a Londra). E, dopo di allora, lo sbarco in Normandia, l’ingresso a Parigi, il passaggio del Reno, la Germania travolta, la fine della guerra e il nero mantello di silenzio sulle rovine d’Europa. In questo modo Cagli è riapparso nella nostra vita: quella che oggi si riapre col diritto d’invocare almeno, dopo tanto tributo di dolore e di sangue, il beneficio della dimenticanza. Ma intanto Cagli ha lavorato: nel ’40 una mostra alla Julien Levy Gallery di New York; nel ’41 alla Zeitlin di Los Angeles e al Civic Center Museum di San Francisco; nel ’42 al De Young Museum pure a San Francisco (45 pannelli, 70 disegni) e al Wardsworth Atheneum di Hartford, “Atene degli Stati Uniti” (La mostra venne ordinata da Soby, il critico d’arte più reputato in America); nel ’43 una mostra di monotipi al College of Puget Sound di Tacoma, un’altra al Mills College di Oakland, una terza al Museum of Seattle, Washington State. Nel ’44, la già ricordata personale di disegni alla Lefevre Gallery di Londra” (A. Pai., Cagli americano, in “Cosmopolita”, 37, 20 settembre 1945).

1940

Tiene una personale alla Julien Levy Gallery di New York.

1941

Gennaio. Tiene una personale al Civic Center Museum di San Francisco.

Marzo. Cagli si arruola nell’esercito americano. Non cessa tuttavia la sua attività artistica, realizzando un cospicuo numero di dipinti e disegni.

S.m. Tiene una personale alla Shaeffer Gallery di Los Angeles.

Ottobre. Tiene una personale di disegni al Wardsworth Atheneum di Hartford.

1942

Febbraio. Cagli espone i pannelli murali realizzati per la D. Room a San Luis Obispo: “Mural Paintings from the Day Room of Battery B, 143RD Field Artil- lerly Camp San Luis Obispo by Corrado Cagli”, M.H. De Young Memorial Museum, San Francisco. Presentazione di Robert Neuhaus: “The subject matter of the paintings is, throughout, martial and ingeniously combines phases of ancient combat with present-day army life to create a heroic form. The main central panel, for instance, portrays the emblems of insignia, the spirit and ideals of the 143rd Field Artillery, whereas others have to do with ancient and biblical battle themes. Some symbolize the spirit of victory or allegorically express the idea of battle and all heroically convey the theme of military life, its ancient heritage, its spirit, its interests and its modern activities”.

Aprile. A Fort Lewis decora una cappella militare con sette grandi tele. Partecipa a una collettiva al Withney Museum di New York.

Partecipa a una collettiva di Arte Italiana Contemporanea a Varsavia.

1943

Febbraio. Tiene una personale al College of Puget Sound, Tacoma.

Maggio. Tiene una personale al Mills College, Oakland.

Dicembre. È in Gran Bretagna al seguito dell’esercito americano.

S.m. Tiene una personale al Museum of Seattle, Seattle.

1944

Partecipa con l’esercito americano alle campagne di Francia, Belgio e Germania. In questi anni realizza il celebre ciclo di disegni sul tema della guerra.

Giugno. Alla Lefevre Gallery di Londra si inaugura la mostra “Paintings by André Bauchant, Drawings by Corrado Cagli”, in cui Cagli espone una personale di disegni.

Agosto. Partecipa alla collettiva “L'arte contro la barbarie. Artisti romani contro l’oppressione nazi-fascista”, organizzata subito dopo la liberazione di Roma da “L’Unità” presso la Galleria di Roma a Roma. Espone Soldato americano.

1945

Giugno. Tiene una personale con Mirko  alla Galleria dello Zodiaco di Roma.

Alla fine della guerra si stabilisce nuovamente a New York.

1946

Gennaio. Si inaugura alla Hugo Gallery di New York la personale di quaranta- due disegni realizzati dal vero durante la guerra, “C. Cagli, from Cherbourg to Leipzig, documents and memories”: “Di ritorno dalla guerra, e dalla guerra combattuta sul serio sui fronti di Francia e Germania, Corrado Cagli espone in questi giorni a New York una serie di monotipi ad olio e una diecina di grandi disegni a guazzo. Cagli ha documentato sulla carta nella sequela delle sue giornate di soldato, le sue impressioni e le sue reazioni di fronte alla realtà della guerra. È questa - mi sia concesso dirlo - una esposizione di carattere narrativo che ci permette di seguire Cagli nelle sue peregrinazioni di soldato. Lo seguiamo da Londra alla Normandia, alle Ardenne, alla Germania, che ci si annuncia con una serie di ponti diroccati, sul Reno, sulla Neckar, attraverso ai villaggi e alle città distrutte fino, a guerra conclusa, alle visioni terrificanti dei campi di concentramento e alle impressioni dei rifugiati che affollano le vie percorse dagli alleati. Di questo suo itinerario reale, Cagli ha lasciato, con i suoi disegni ora esposti a New York, una traccia di documentazione artistica che ricorda, nella sua completezza, opere su altre guerre di altri artisti di altri tempi: per fare uno sfoggio di erudizione vorrei rammentare Callot, Goya e Meissoniers” (F. Chambers, Cagli a New York, 10 marzo 1946).

Maggio. Tiene una personale al The Arts Club of Chicago di Chicago.

Giugno. Tiene una personale al San Francisco Museum of Arts di San Francisco.

Luglio. È tra i fondatori de The Ballet Society.

S.m Tiene una personale al The Santa Barbara Museum of Arts di Santa Barbara.

1946-1947

Ottiene un Guggenheim fellowship per la pittura.

Durante la stagione 1946-1947 realizza le scene e i costumi del balletto The Triumph of Bacchus and Ariadne in collaborazione con il coreografo George Balanchine.

Insieme a Balanchine progetta la realizzazione del balletto Sinfonia concertante per violino e viola di Mozart per la Ballet Society di Lincoln Kirstein a New York (non realizzato sulla scena, restano gli studi per scene e costumi) .

Lavora alle scene della Suite Française e della Suite Provençale con Darius Milhaud per la compagnia di danza Ballets Russes de Montecarlo, per cui realizza vari bozzetti di manifesti e di programmi. Disegna le scene, il programma e il bozzetto della partitura di The Medium e di The téléphoné di Giancarlo Menotti in scena a New York.

1947

Marzo. Si inaugura una personale di disegni alla Knoedler Gallery di New York, con presentazione di Charles Olson. Novembre. Allo Studio d’Arte Palma di Roma si inaugura la prima mostra di Cagli dopo il ritorno in Italia. Per l’occasione viene pubblicata una monografia con scritti di Massimo Bontempelli e Antonello Trombadori.

Espone, assieme a un nucleo di disegni, Il popolo, La chanson d'outrée, Icaro, La nascita, Il tumulto, L’assedio, “Gra- dus”, Omaggio a un amico, “A Moë- bus”, “Il Barnegat” , “Strumenti”, “Il Contarena”, “Lo Yuma”, Preliminari per il “Malgoverno ”, Finale.

La mostra susciterà le accese reazioni del gruppo Forma.

Titola “Il Messaggero” il giorno successivo all’inaugurazione: Come ai tempi del Caravaggio. Pugni tra i pittori per una mostra di Cagli. E prosegue esponendo il fatto di cronaca: “Ieri pomeriggio una chiassata durante cui è volato qualche pugno è avvenuta davanti alla Galleria La Palma, sita in Piazza Augusto Imperatore in occasione dell’inaugurazione della mostra personale del pittore Corrado Cagli. Un gruppo di artisti romani, tra i quali Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Turcato, ecc., non ritenendo giusti alcuni punti della nota biografica del Cagli, redatta dal critico d’arte

Antonello Trombadori, che accompagna il catalogo delle opere esposte, affiggeva all’ingresso della Galleria d’Arte un cartello contenente alcune precisazioni sul contenuto di opere dipinte dall’espositore una quindicina di anni addietro. Intervenuti alcuni amici del Cagli - tra i quali Guttuso, Mirko ed altri - il manifesto veniva asportato malgrado la resistenza di coloro che lo avevano affisso. Ne nasceva un tafferuglio durante il quale volavano vari pugni che a quanto pare raggiungevano i bersagli cui erano diretti” (Come ai tempi del Caravaggio. Pugni tra i pittori per una mostra di Cagli, in “Il Messaggero”, 2 novembre 1947).

Se i giovani astrattisti di Forma si mostravano polemici nei confronti dell’affermazione di Trombadori “la pittura di Cagli è stata immune dalla retorica fascista”, in realtà il dissidio vero e proprio verteva su questioni di linguaggio formale, come si può leggere in questa dichiarazione di Achille Perilli: “Tutta una decadenza borghese sembra confluire in questa pittura dalla sorgente romantica di un De Chirico ormai sfatta e decomposta alla palude stagnante del surrealismo europeo nella sua ultima metamorfosi americana. L’arbitrio automatico prevale in una prospettiva abusata e metafisica. Come è facile vedere, è un mondo vecchio che attraverso la pittura di Cagli si cerca di rivalutare come anticipazione del nuovo linguaggio. L’astrattismo non ha nulla a che vedere con posizioni di questo genere. La Forma ha valore in se stessa senza alcun richiamo freudiano ed evocativo” (A. Perilli, in “La Fiera Letteraria”, 13 novembre 1947).

S.m. Premio Modena, Modena.

1948

Marzo. Alla “Rassegna Nazionale di Arti Figurative”, promossa dall’Ente Autonomo Esposizione Nazionale Quadriennale d’Arte di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, espone Strumenti musicali, Le spie, Strumenti musicali.

Aprile. Tiene una personale alla Knoedler Gallery di New York.

Giugno. Tiene una personale alla Galleria del Camino di Milano con l’esposizione di dipinti recenti.

Alla XXIV Biennale di Venezia viene presentato il Fronte Nuovo delle Arti: Cagli vi partecipa con “Lo Yuma”, La Chanson d’outrée, La nascita.

Luglio. Alla “Mostra Nazionale di Pittura e di Scultura, Gran Premio Forte dei Marmi” espone Variazione del tema n. 27, Monotipo, Monotipo, Monotipo, Il malgoverno.

Ottobre. Tiene una personale alla Galleria L’Obelisco di Roma con presentazione di Luc Bouchage e una poesia di Charles Olson. Espone una retrospettiva di disegni e di monotipi.

Partecipa alla “Prima Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea”, a Palazzo Re Enzo di Bologna. Fra le opere esposte Chitarre, Strumenti, Composizione. La mostra darà luogo alla celebre polemica su “Rinascita” (IV, 11) firmata da Rodrigo di Castiglia, pseudonimo di Palmiro Togliatti.

S.m. Tiene una personale alla Galleria del Milione di Milano, dove espone gli Arcani Maggiori dei Tarocchi; una alla Galleria della Vigna di Firenze e una alla Galleria di Genova di Genova.

Si apre la polemica Cagli-De Chirico sul- l’arte contemporanea (C. Cagli, Due generazioni di artisti a singolar tenzone, in “Milano Sera”, 7-8 luglio 1948; C. Cagli, Critica alla critica, in “Milano Sera”, 9- 10 luglio 1948, C. Cagli, Corrado Cagli contro la paralisi, in “La Gazzetta”, 28 settembre 1948; Una conferenza di Corrado Cagli, in “Il nuovo corriere”, 21 novembre 1948; A. Parronchi, Una conferenza di Cagli, in “Il Mattino dell’Italia Centrale”, 23 novembre 1948).

Realizza le scene, il sipario e i costumi per The Triumph of Bacchus and Ariadne, in collaborazione con Balan- chine, su musiche di V. Rieti, messo in scena dalla Ballet Society al City Center di New York.

Collabora con The Poet’s Theatre di Maria Piscator a New York, per le scene e i costumi di The Dusk e Noh plays di Paul Goodman.

1949

Gennaio. Partecipa alla “Mostra di pittura moderna: Afro, Ajmone, Bergelli, Birolli, Cagli”, alla Galleria di Pittura di Milano con testi di S. Quasimodo e A. Gencomo.

Febbraio. Tiene una personale alla Galleria della Giostra di Asti.

Marzo. Tiene una personale alla Galleria Genova - L’Isola di Genova.

Maggio. Tiene una personale alla Galleria del Secolo di Roma, dove espone i Disegni di quarta dimensione, con uno scritto di Cagli.

Giugno. Partecipa alla mostra internazionale “Arte d’oggi”, “La Strozzi- na”, Palazzo Strozzi, Firenze, dove espone tre Composizioni.

Settembre. Partecipa alla collettiva “Exhibition of the Drawings Collection” al Museum of Modem Art di New York e alla collettiva “Roemische maler” alla Neue Galerie Der Stadt Linz di Linz.

Ottobre. Partecipa al Gran Premio Saint-Vincent per le Arti Figurative a Saint-Vincent.

S.m. Partecipa a una collettiva al With- ney Museum di New York; a una collettiva all’Art Institute di Chicago e a una alla Watkins Gallery di Washington D.C.

Realizza la decorazione, a tempera magra e olio, di due ambienti del Cinema Fiamma di Roma.

Gli anni '50

1950

Gennaio. Presenta la personale di Capogrossi alla Galleria del Secolo di Roma.

Partecipa alla collettiva “Five Italian Painters” presso la Catherine Vivano Gallery di New York, in cui espongono Cagli, Guttuso, Afro, Morlotti e Pizzinato.

Marzo. Partecipa alla collettiva “Arte Italiana” a Vienna.

Maggio. Alla Galleria dell’Obelisco di Roma espone il nucleo di Impronte “vegetali”, I boschi di Lemery.

Giugno. Si inaugura una personale alla Galleria del Secolo di Roma. Presenta per la prima volta i Motivi cellulari e le Impronte. Fra le opere esposte: Invenzione con brio, Motivi cellulari neri e bianchi, La carta del pane fondo oro, Ceste clessidre e carichi, Motivo martellato in giallo, Grande motivo cellulare nero e bianco, Motivi cellulari rossi e neri, I fasti, Inni, Idee dal libro di Ester, Le partenze, Il sonno, Gli addii, Idee legate a una città, Due modi in uno, La città di Tacoma, Motivo cellulare policromatico, Il pastore, Temi diagonali con cadenza grave.

Novembre. Si tiene la mostra “Dipinti

di Corrado Cagli” alla Galleria del Milione di Milano in cui figurano opere del nuovo gruppo delle Impronte indirette. Si legge nella presentazione di G. Ghiringhelli: “Cagli ha, col gruppo delle opere che presenta in questa mostra, rivoluzionato la tecnica facendola aderire come mezzo alla necessità della sua scrittura. La scomparsa del tocco, del pennello, non è una trovata estrosa, ma un’avventura che fa meditare, anche se può sconcertare lo spettatore abituato alle virtù di questo mezzo manuale. Ed è anche una necessità impostasi, forse non senza dolorosa rinuncia, per un pittore che di tali virtù ci ha dato tante prove”.

Alla personale alla Galleria del Cavallino di Venezia figurano alcune Impronte indirette.

S.m. Partecipa alla collettiva “Disegno Italiano” ad Asti; alla “Mostra del Lavoro” alla Napoleonica di Milano; alla “Italianische Kunst der Gegenwart, Au- stellung 1950-51” a Monaco, con testi di C.L. Ragghianti, W. Aftmann, B. Deanhart.

Prepara cinque pannelli per la decorazione della Biblioteca del Conte Ruf- fini a Roma.

1951

Febbraio. Partecipa alla importante mostra “Arte Astratta e concreta in Italia” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Marzo. Tiene una personale alla Galleria della Giostra di Asti, dove figurano opere del nuovo gruppo delle Impronte indirette, con un testo di G. Marchiori: “Oggi l’acutissimo Cagli cerca altri segreti meno accessibili, interroga gli uomini che sanno (e che alla società degli artisti appaiono come dei robot molto perfetti e dai quali si può pretendere tanto il calcolo quanto la profezia): e per le vie della scienza tenta di distruggere l’inganno dei sensi primitivi e di arrivare alla illuminazione estrema della fantasia. Cagli costruisce i più chiari intrecci pluridimensionali; indaga sull’armonia dei tessuti cellulari; rappresenta, attraverso l’intersecarsi delle sovrapposizioni cromatiche, una allucinante profondità di abissi interiori. Da ogni prova risulta la volontà dell’uomo moderno cioè dell’uomo legato ad ogni espressione della vita e partecipe di essa, immerso, quasi, nella sua pluralità”.

Aprile. Partecipa alla collettiva “Cagli, Corpora, Maugeri, Turcato, Guttuso, Mafai, Omiccioli, Pirandello, Consagra, Fazzini, Franchina” alla Galerie Henriette Niepce di Parigi. Cagli espone Scala cromatica con variazione, Due modi in uno, Manhattan Downtown. Tiene una personale alla Galleria di San Marco di Roma, con un testo di R. Guttuso. Espone opere del nuovo ciclo pittorico dei “motivi epici”.

Maggio. Partecipa alla collettiva “Cin- quante peintres italiens d’aujourd’hui”, al Centre d’Art Italien, Galerie La Boé- tie di Parigi.

Giugno. Tiene una personale al Bar degli Artisti di Firenze.

Ottobre. Partecipa alla collettiva “Pittori d’oggi, Francia-Italia” al Palazzo delle Belle Arti di Torino e alla collettiva “Artistas Italianos de Hoj na la Biennal do Museo de Arte Moderna de Sâo Paulo” al Museo de Arte Moderna di San Paolo (Brasile), con un testo di L. Pallucchini.

S.m. Tiene una personale alla Galleria della Bussola di Torino e una alla Galleria Il Numero di Firenze. Partecipa alle collettive “Arte Italiana Contemporanea” a La Strozzina di Firenze, ‘Mostra d’Arte Italiana” a Kansas City, alla “Collettiva Internazionale” alla Galleria San Fedele di Milano.

Prende parte al Premio Parigi di Cortina d’Ampezzo; alla “II Mostra contro la Barbarie” alla Galleria di Roma, Roma. Espone alla Promotrice di Torino, alla Fondazione Premi Roma per le Arti di Roma e alla “Italian Artists of Today, Exhibition of Italian Contemporary” a Roma.

In collaborazione con l’architetto De Carlo esegue alcuni pannelli per una biblioteca milanese e decora con un pannello una saletta del restaurant Massimo di Milano.

Per la IX Triennale Internazionale di Milano esegue una facciata di un edificio realizzata a nitrocellulosa su alluminio.

1952

Gennaio. Partecipa al IV Premio Taranto di Pittura, Taranto, con un testo di A. Rizzo e alla “Mostra Nazionale di

Pittura Premio Arbiter” alla Galleria Casanova di Trieste.

Febbraio. Tiene la personale “Cagli all’Obelisco” alla Galleria dell’Obelisco di Roma. Espone l’olio Ritratto di Johan, e i disegni dal quaderno La rotta del Po, pubblicato nella collezione Quaderni del disegno popolare. Scrive Cagli a proposito di questa raccolta dedicata all’alluvione del Polesine: “Mi è stato necessario disegnare la rotta del Po perché per un pittore disegnare è capire e per me è necessario capire le cause e le conseguenze della rotta del Po. Non sono stato spinto a raccontare quel che in un diluvio parziale accade agli uomini, agli animali e alla terra da quel sentimento di pietà che ugualmente ha investito i responsabili come gli irresponsabili, né può avermi spinto di fronte a una così grande sciagura nessuna speranza accademica di pervenire per tali argomenti al bel disegno. Mi sono trovato costretto dalla mia coscienza a disegnare i vari aspetti del disastro perché disegnare vuol dire appunto capire e giudicare.

La pittura e la poesia se intese come veicoli di grandi idee possono decisamente collaborare alla definizione della coscienza politica nazionale ma non pervengono a farsi veicolo di nessuna idea se non pervase dal giudizio del presente come della storia.

Nel corso del lavoro, non in modo programmatico, m’è accaduto di abbordare gli aspetti essenziali della grande alluvione e verso la fine mi sono accorto che di dentro nulla mi spronava a celebrare le valorose gesta della Commissione Pontificia; questo coincide con l’elementare sospetto che meglio sarebbe poter evitare il malgoverno prima che ricorrere a una eccellente Croce Rossa dopo.

Divulgare le cause e analizzare oggi soprattutto le conseguenze di un tale disastro non è compito del pittore e il linguaggio pittorico è per natura diverso da quello letterario e si presta ad altri scopi, ma è certo dovere del pittore giudicare il suo tempo come per esempio denunziare la immediata similitudine tra gli orrori della guerra e gli orrori del malgoverno. I grandi pittori senesi dipingevano sublimi allegorie sul tema del buongoverno. Chi di noi se chiude gli occhi pensando a Siena non ritrova nel rovescio delle sue palpebre la Pace di Simone Martini? Ma tra noi e Siena c’è tanta storia e la peste. Anni fa ho dipinto un ‘malgoverno’ sia pure in forma sibillina e metafisica e la negativa del tema senese mi appassiona oggi più che allora. Taluni potrebbero supporre ch’io vada scrivendo queste note nella speranza segreta che qualche ente governativo mi chiami ad affrescare una vasta allegoria del malgoverno. Sarei felice di mettermi a questa impresa ma non ricorrerei alle forme e ai modi che adoperavo per esprimermi nel ’46 bensì scoprirei incidentalmente che gli argomenti sulla rotta del Po contenuti in questo quaderno mi sarebbero utili in tale occasione. Buoi che annegano travolti dalla alluvione, le acque del Po nelle case crollate, gente rifugiata sui tetti, determinerebbero un pathos diametralmente opposto alla Pace e agli altri argomenti che descrivono secondo Simone Martini il buongoverno” (C. Cagli, La rotta del Po, in “L’Unità”, 30 gennaio 1952).

Marzo. Partecipa alla V Mostra Annuale alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dove espone tre opere.

Maggio. Realizza le scene e i costumi per Tancredi di Rossini al XV Maggio Musicale Fiorentino.

Giugno. Alla XXVI Biennale di Venezia espone Trama e ordito, I sepolcri, Ai piedi del Parnaso, Scale cromatiche italiane, Invenzioni cromatiche con brio, e Motivo epico, Due modi in uno, Levata di scudi, opere del suo nuovo ciclo pittorico.

Luglio. Partecipa alla collettiva “Tre Pittori romani: Cagli, Guttuso, Mirko” alla Galleria Adel a La Spezia.

S.m. Partecipa alla collettiva “Il volto di Roma”, I Mostra di Pittura a Roma; alla “Mostra di Fermo” a Fermo e ai premi III Premio Nazionale di Pittura “Città di Gallarate” e al Premio Bologna.

1953

Marzo. Partecipa alla “II Mostra degli Artisti” al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Tiene la personale “Cagli studi e dise-

gni inediti” alla Galleria San Marco di Roma.

Aprile. Tiene una personale alla Galleria Montenapoleone di Milano e alla Galleria Lattes di Torino.

Su “Galleria di arti e lettere. Bimestrale della galleria d’arte Lattes di Torino”, 3, maggio-giugno 1953, esce un saggio di G. Marchiori su Cagli.

Ottobre. Con Campigli e Guttuso alla Galleria Schneider di Roma espone quattordici opere (1949-1953).

Novembre. Partecipa alla collettiva “Disegni, Litografie e guazzi di maestri della pittura moderna e contemporanea” alla Galleria Schneider di Roma e alla “Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea Art Club” alla Galleria l’Orologio di Milano.

S.m. Realizza una parete a tempera di 200 metri quadri, Il lavoro dei campi, alla “Mostra Nazionale dell’Agricoltura” all’Eur, Roma.

1954

Febbraio. Alla Galleria il Pincio di Roma, partecipa a una personale con Muccini e Sughi dove espone otto opere. Scrive Maltese a proposito della mostra: “Tuttavia essi si sono qui incontrati, pur mantenendo le caratteristiche che li distinguono sul comune principio della trasfigurazione intellettuale della realtà. Il termine è abbozzato in via provvisoria e non dice tutto quello che occorre. Ma si guardi ad esempio, la madre che allatta dentro un’imbarcazione di Corrado Cagli: è un dipinto perfetto per armonia, ed equilibrio di toni, di disegno e di composizione, la visione che crea è come una visione-ricordo, un’immagine accarezzata dalla fantasia, non direttamente riflessa dalla realtà, e i suoi colori sono irrealistici, sviluppati su una gamma di bruni. Lo stesso potremmo dire degli altri dipinti: ritratti di cinesi o coreani, come trasognati, eppure dotati di un loro mordente (come la madre che allatta) per via di quel carattere popolare che il pittore non ha comunque mancato di afferrare” (C. Maltese, Cagli, Muccini e Sughi al “Pincio”, in “L’Unità”, 20 febbraio 1954).

Maggio. Tiene la personale “Cagli” alla Galleria La Colonna di Milano, dove espone La selva, La collina, Il lago nel bosco, Giovane della Cina popolare, Senso del tempo, Ritratto di un amico, L’accusato, Il corrigendo, Paese umbro, Le case, Frontespizio a un Parnaso, Il dio Pan, Donna nel bosco, Apollo, Il Poeta alessandrino, Il Poeta lirico, Il Poeta epico, Il Poeta bacchico, Il Poeta biblico, L’albero.

Giugno. Partecipa alla XXVII Biennale di Venezia.

Agosto. Partecipa al IV Premio di Pittura e bianco e nero G.B. Salvi a Palazzo Merolli a Sassoferrato, dove espone Donne di Ribolla, Paesaggio.

Novembre. Tiene una personale assieme a Mirko alla Galleria delle Carrozze di Roma, dove espone Apollo, Dafne, Il Poeta lirico, Il Poeta biblico, Il Poeta bacchico, La selva, La collina, Il bosco, Il lago, Ritratto di un amico.

Partecipa al Premio Marzotto a Firenze. 1955

Gennaio. Partecipa a una collettiva di litografie e disegni alla Galleria L’Aure- liana di Roma, dove espone una litografia.

Marzo. Tiene una personale alla Galleria Schneider di Roma, dove espone il ciclo delle Tavolette: Discesa nello Sceol, Sceol, Lo straniero nello Sceol, Navi solari, La settima generazione, Sicari a Baal Peor, La sposa Sefardita, Giuseppe e il faraone, Una luna, Apparire del Totem, Orrore del Tabu, Compianto di Batu-Batu, Lamento Kikuyu, Memorie dei Basket Makers, Invocando la pioggia, Evocando il Nilo, Lodando il Sole, Augurando i buoni raccolti, Flotta Arunta, Tempo di guerra, Tempo di pace.

Luglio. Partecipa alla “Exposition de pintura italiana contemporanea” alla Bienal Hispanoamericana de Arte, Palacio de La Virreina a Barcellona (poi al Palacio del Retiro, Madrid e a Solas Municipales de Arte, San Sebastian), con la presentazione di P. Bucarelli.

Espone Due modi in uno, Composizione, Invenzione cromatica con brìo.

Partecipa alla “Mostra Panoramica Nazionale di Pittura contemporanea” a L’Aquila.

Aprile. Alla Galleria dell’Asterisco di Roma espone i Pastelli e le Cicute, con un testo di Emilio Villa: “Noi abbiamo desiderato e deciso di raccogliere, per un’intima mitofonia, le operazioni più recenti, un tema straordinario della sua epica mentale, un gesto moltiplicato in trama e ordito della grande scena che il pittore sta costruendo. Abbiamo scelto i ‘pastelli’, emblemi di una forbita esecuzione, anzi segni di un solenne ministero di rappresentazioni civili e umane. I ‘pastelli’ li abbiamo alternati con le cicute: così siamo felici di presentare per la prima volta questi musicali testimoni, esterrefatti custodi della immaginazione allo stato puro, grandi e misteriose persone di carne di cicuta, come ossa vegetanti, ordinate nell’armoniosa anatomia indispensabile per la giornata di Giosafat, pronta a chiarire tutti i “novissima nostra”.

Ottobre. Tiene una personale alla Galleria Numero di Firenze. Espone il ciclo delle Tavolette. Fra le opere esposte: Discesa nello Sceol, Sceol, Lo straniero nello Sceol, Navi solari, La settima generazione, Sicari a Baal Peorì, La sposa sefardita, Giuseppe e il faraone, Una luna, Apparire del totem, Orrore del Tabù, Compianto di Batu-Batu, Lamento Kikuyu, Memorie dei Basket Makers, Invocando la pioggia, Evocando il Nilo, Lodando il sole, Augurando i buoni raccolti, Flotta Arunta, Tempo di guerra, Tempo di pace.

Partecipa alla collettiva “Exposigào do acervo do museu de arte moderna de Sào Paulo” a San Paolo (Brasile). Espone tre opere: Una natura morta, Paesaggio, Giocatori di carte.

Novembre. Partecipa alla VII Quadriennale Nazionale di Roma.

Nella sala con Mirko espone Altre stanze, Lo scacciapensieri, Ça ira, Dafne, La cinese.

Espone con Fantuzzi alle Schettini Gal- leries di New York.

Dicembre. Partecipa alla “Contempo- rary Italian Art. Painting, Drawing, Sculpture” alla University Art Gallery, University of Minnesota, dove espone i due oli Astrazione n. 1 e Astrazione n. 5, un monotipo e due disegni, con un testo di W.E. Eisendrath Jr.

1956

Marzo. Partecipa alla collettiva “Italian Art of thè 20th Century” a Sidney, con un testo di E. Prampolini.

Aprile. Tiene una personale alla Galleria La Tartaruga di Roma, dove espone gli Arlecchini con un testo di P. Bucarelli: “Si veda questa storia di Arlecchini: queste immagini di Arlecchino ricavate tagliando netto, con una tecnica sorprendente e prodigiosamente abile come sempre, nel tessuto colorato, astratto apparentemente, ma già contenente in sé, nello stesso ordinamento dei tasselli variopinti, la predisposizione della forma già tutta nella mente dell’artista; con sovrapposizioni di zone e velatura egli cava da questa sua materia la forma come farebbe uno scultore dalla pietra. In quell’ordito multicolore e luminoso fino alla fosforescenza, già in sé simbolico di Arlecchino, il personaggio si forma e vive prima ancora di essere rivelato. Arlecchino catafratto come don Chisciotte, Arlecchino araldico come granduca, Arlecchino patetico come principe di Danimarca, Arlecchino elegante come attore drammatico, Arlecchino declamatorio come trovatore, Arlecchino romantico come innamorato, Arlecchino stregone come Bagatto: non è solo una nuova immagine di Arlecchino, puro capriccio della fantasia o gioco di abilità e compiacimento di sperimentar tecniche; è la storia di Arlecchino personaggio antico, radicato in una tradizione remota, magica e religiosa”.

Giugno. Espone nella collettiva “Le Correnti Orfiche”, al Circolo di cultura di Palermo.

Luglio. Si tiene una mostra di Cagli, Guttuso, Pirandello alla Galleria La Navicella di Viareggio.

Novembre. Realizza le scene e i costumi per Bacco e Arianna di Roussel con la messa in scena di A. Millos al Teatro dell’Opera di Roma.

1957

Gennaio. Partecipa alla collettiva “Arazzi moderni di Niki Berlinguer” alla Galleria San Marco di Roma con testi di A. Moravia e M. Innocenti.

Marzo. Partecipa al VII Premio Fiorino alla Galleria dell’Accademia di Firenze.

Aprile. Si tiene una mostra di opere di Cagli dal 1949 al 1957 alla Galleria Schneider di Roma, con presentazione di G. Carandente: “Non è cosa agevole ridurre alla scioltezza e alla icasticità di una nota introduttiva l’analisi dell’opera multiforme di un artista qual è Cagli, e non di certo per la sua sensibilità e varietà, ma proprio invece per l’opposto, per la meditazione, cioè, attraverso la quale egli filtra la sua visione rigogliosa: né sarebbe possibile cavarsela citando i timbri, i colori, i ritmi, la saggezza, artigiana, la compiutezza formale, che pure sono doti rare oggigiorno e assai appropriate per lui. Bisognerebbe infatti far emergere, essenzialmente, quel fatto di cultura che è all’origine della sua creazione pittorica e quegli addentellati con il più squisito rigore formale e con il complesso di suggestioni barbariche che sono il contrasto su cui si fonda la ricerca astratta”.

Maggio. Partecipa alla collettiva “Pittori Moderni della Collezione Cavellini” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, con scritti di P. Bucarelli e G. Carandente.

Giugno. Partecipa alla collettiva “Arte Italiana dal 1910 ad oggi”, alla Haus der Kunst di Monaco e alla “Grosse Kunstaustellung”, Haus der Kunst, Monaco.

Agosto. Partecipa alla collettiva “Art Italien Contemporain” al Palais des Festivales a Cannes.

S.m. Partecipa alla collettiva “Painting in Postwar Italy, 1954-57” alla Columbia University di New York.

1958

Gennaio. Partecipa alla collettiva “Col- lection Cavellini” al Musée des Beaux- Arts a La Chaux-de Fonds.

Marzo. Partecipa alla collettiva “Sammlung Cavellini. Moderne italienische Maler und Maler der Ecole de Paris” alla Kunsthalle di Basilea.

Aprile. Partecipa alla collettiva “Pittori tedeschi e italiani contemporanei” alla Galleria Nazionale d’Arte Contemporanea di Roma.

Maggio. Si inaugura la mostra “Corrado Cagli. Le ‘Metamorfosi’” alla Galleria Schneider di Roma.

Scrive Renato Guttuso in una recensione della mostra: “Cagli s’è passato il gusto di fare dei quadri non conformisti; s’è cresciuto questo bosco d’amore, ha tirato fuori dai suoi anni giovanili (diciotto? vent’anni?) i “cercatori di formiche” li ha trasformati nei personaggi dei miti cari a Ovidio, li ha fatti emergere dalla nebbia mattutina, inseguendosi e insanguinandosi tra le umide foglie e boccheggiare esausti presso le sorgive. È entrato in un mondo a cui la pittura non guarda più, a miti che l’età romantica e l’‘avanguardia’ sembrava avessero confinato per sempre nel regno del passato. E questo è anche qualcosa di cui vale la pena di parlare. Voglio dire sulla possibilità di esprimere accenti di oggi, di “esser moderni” anche affrontando miti antichi, senza mascherarli con un linguaggio modernista, ma estraendo un sentimento moderno pur accettando canoni che apparentemente appartengono all’arte classica, o rinascimentale” (R. Guttuso, I duemila anni di Ovidio nella classica attualità di Cagli, in “Paese Sera”, 1958). Se Guttuso poneva l’accento sull’attualità classica di Cagli nella serie delle Metamorfosi, opposta era l’opinione di Dino Micacchi che scriveva negli stessi giorni sull’“Unità”: “Nei quadri di Cagli ci sono sembianze di eroi e di numi, di foreste e acque, di terre e cieli, ma tutto è inerte e freddo nella riesumazione: senza appassionato sentimento moderno della natura e idea schietta dell’uomo che diano un valore di contemporaneità a figure e immagini” (D. Micacchi, Corrado Cagli alla galleria Schneider, in “L’Unità”, 22 maggio 1958). In contemporanea al ciclo figurativo della Galleria Schneider, tiene una personale alla Galleria San Marco di Roma, dove espone opere astratte. Scrive a questo proposito Palma Bucarelli: “[…]mi rendo conto che, chi non lo conosca bene e non lo abbia seguito dagl’inizi, può essere rimasto perplesso al vedere le due mostre di Cagli che si sono susseguite, una alla Galleria Schneider e una ora aperta fino al 6 giugno alla Galleria del Babuino 61; quella tutta figurativa, questa tutta astratta. Ma non si sia tratti in inganno da queste definizioni: quei quadri ‘figurativi’ non sono meno astratti di questi che usiamo chiamare astratti. A voler entrare nella questione, anzi, si potrebbero dire astratti piuttosto quelli che questi. Perché questi, pure costruzioni di forme inventate piene di sottintesi magici e simbolici è vero, ma comunque creazioni di immagini non imitative della realtà visibile, sono un nuovo oggetto, concreto e perciò ‘reale’ assai più di quelli, che in verità sono, degli oggetti naturali, la vera astrazione. Non vedo dunque perché i seguaci della tendenza neorealista, fautori di una rappresentazione realistica, obbiettiva della natura e degli avvenimenti umani, debbano rallegrarsi, come hanno fatto, di quelle opere ‘figurative’ dell’artista.

Che rappresentino figure su sfondi boscherecci in atmosfere mitiche di ispirazione rinascimentale non toglie che tutto, colore, forma, tecnica sia puramente astratto, tanto lontano dalla realtà naturale quanto le opere che comunemente si chiamano astratte esposte nella attuale mostra. Ragione per cui, allora, io preferisco tra le diverse maniere dell’artista, quella in cui la sua immaginazione spazia nei mondi della pura magia delle forme alle quali le sue straordinarie, e qualche volta misteriose, risorse tecniche danno un valore che è solo suo, inconfondibile, di preziosa perfezione” (P. Bucarelli, Corrado Cagli il multiforme, in “La Sera”, 4 giugno 1958).

Giugno. Partecipa alla collettiva “Ita lianische und Deutsche Maler 1958” allo Städtisches Museum Marsbroich a Leverkusen, con scritti di P. Bucarelli e C. Schweicher. Espone La flotta Arunta, Eden, Discesa negli Inferi.

Novembre. Tiene una Personale alla Galleria il Segno di Roma. Espone per la prima volta le Carte. Le opere in mostra sono: Genesi, Il canto del gallo, L’angelo, Estro armonico, La tromba, Saint Guillaume de Machaut, Siccità, Oro incenso e mirra, Arsura, Spazio rubato, La regola, Concavo e convesso, Anabasi, La rupe gallina, Stanze, Gli anacoreti, Profilo del monte, Carta muta, Tebaide, Strumenti e utensili, Tornasole.

Riportiamo il giudizio della scrittrice Elsa Morante: “Fra tutte le mostre di Cagli che ho visitato finora questa mi sembra, forse, la più bella. Cagli è di quei poeti per cui l’arte è un mezzo di sconfinata esplorazione, e possiede tutti i doni necessari per questa meravigliosa ricerca. Stavolta, egli sembra avere scoperto un nuovo regno della natura, una materia di qualità rara e sconosciuta, che, pure, di volta in volta, sulle diverse tele, ci fa partecipi di una propria segreta parentela coi diversi elementi terrestri. Qui è minerale, ha i risalti delle pietre dure, o addirittura ripete i risultati della magia, quando il metallo, attraverso la serie dei colori, passa dal nero all’oro. Qui ha la scabrosità calda e drammatica di una scorza vegetale, altrove è trasparente, cangiante come l’aria. E spesso, poi, dentro la sua sostanza, come le venature sibilline delle foglie, porta scritte delle storie, delle figure o delle profezie. In ogni quadro si ritrova simile qualità di elemento unico, reale e naturale (e in tal senso, questa pittura mi sembra la meno astratta che esista), e ad ogni quadro, risponde l’emozione naturale, inesprimibile della vita e della poesia” (giudizio riportato nell’articolo di A. Chiesa, Tutti toccano con le mani i quadri di Corrado Cagli, in “Paese Sera”, 15-16 dicembre 1958).

S.m. Partecipa al Premio Marzotto; alla Mostra Intemazionale di Pittura Contemporanea a Milano, alla “Moderne Italiensk Maleri” a Copenaghen, alla “Pittsburgh International”, Pittsburgh.

1959

Gennaio. Tiene una personale alla galleria La Loggia di Bologna, dove espone ventuno Carte: Genesi, Il canto del gallo, L’angelo, Estro armonico, La tromba, Saint Guillaume de Machaut, Siccità, La spiga, Arsura, Spazio rubato, La regola, Concavo e convesso, Anabasi, La rupe gallina, Stanze, Gli anacoreti, Profilo del monte, Carta muta, Tebaide, Strumenti e utensili, Tornasole.

Marzo. Tiene una personale alla Galleria Blu di Milano dove espone ventuno Carte.

Giugno. C. Maltese realizza un documentario cinematografico sull’opera recente di Cagli.

Luglio. Partecipa al Secondo Premio Morgan’s Paint di Rimini, con Testi di F. Arcangeli e A. Emiliani.

Settembre. Partecipa alla Prima Biennale Nazionale d’Arte Contemporanea, Gran Premio Venezia, Ca’ Giustiniani, Venezia; alla Bienal do Museo de Arte Moderna de Sâo Paulo, San Paolo (Brasile).

Realizza le scene e i costumi per Misantropo di Menandro con la regia di L. Squarzina al Teatro Olimpico di Vicenza. Ottobre. Tiene la personale “Disegni 1932-1959” alla Galleria del Disegno di Milano.

Partecipa alla collettiva “Obras de pintura italiana contemporanea” al Museo de Arte Italiana di Lima.

Novembre. Tiene una personale alla Galleria Galatea di Torino, con un testo di L. Carluccio. Opere esposte: Lo scolaro, La dama, Motivo per un murale, Il vescovo, La penitente, Preludio al Macbeth, Banquo, Lady Macbeth, Clown, Saint Guillaume de Machaut, Tornasole, Macduff Lady Macduff, Dulsinane, Il sole di pietra, Gheenna, Il re pastore, L’angelo, Aachen nella memoria, Roma sparita, La nutrice, I servi d’amore, Venendo alla luce.

Dicembre. Tiene una personale alla Galleria Nuova Pesa di Roma, dove espone: Suonatore di flauto, Ritratto della Signora Carrelli, Le donne di Ribolla, Ritratto di Paola, Fiori, Gli evasi di Anchieta, San Giorgio, Bosco, Il lavoro nei campi, Apollo e Dafne, Narciso, Apollo, Dafne, Ritratto di Adolfo Klitsche, Paesaggio, La madre, I trionfi, Fiori, Collina, Apollo e Dafne, Cesto di fiori, Narciso, Ulisse e Aiace. Presentazione di G. Bellonci: “É il tempo della Dafne, che sembra quasi creata dalle fronde nelle quali si trasmuta e di molte opere dove appunto la materia pittorica ci lascia intravedere forme divine o sataniche o mitologiche; ma è anche il tempo del San Giorgio, inserito con la solidità squamosa del suo scudo e pietrosa del suo corpo tra i volumi delle rocce ambienti e della ruvida pelle del drago. In quei paesaggi dove tronchi, rami, fronde si compongono in una naturale geometria architettonica, Cagli ci rappresenta vicende mitologiche e epiche (Apollo e Dafne, Narciso, Ulisse e Ajace ecc.) dando forza di volumi ai muscoli dei bei corpi nudi; e sarebbe interessante vedere in qual modo il michelangiolismo anatomico si sia ammodernato nella conoscenza della cultura più recente francese e italiana, e come abbia giovato alla invenzione di questo bel paesaggio il ricordo di Dosso Dossi [...] Fantasia e intelligenza pittorica si compenetrano in questi quadri, in queste opere dove la realtà quotidiana si muta in realtà geologica, il tempo nella eternità. Si potrebbe dire in riferendosi ai suoi quadri mitologici, ma proprio alla sua arte, che egli è pittore in certo senso ovidiano poiché ha come pochi altri il senso della metamorfosi: metamorfosi di forme e di materie”.

S.m. Partecipa alla VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e alla collettiva “Sguardo alla giovane scuola romana dal 1930 al 1945”, dove espone La battaglia di San Martino e Solferino (1936), con presentazione di G. Castelfranco e D. Durbè. In una sala personale espone: Il flauto di canne, Il soldato, Il vescovo, Enigma solare, L’angelo, L’enigma del gallo, La nutrice, La testa del capo, La danza bassa.

Disegna i costumi del Misantropo di Menandro.

Espone alla Galleria Marguttiana di Roma, alla Trabior’s Gallery, New York, alla “The 5th International Art Exhibition” di Tokyo.

Partecipa all’XI Premio Fissone e a una collettiva di opere a mosaico a Ravenna.

Gli anni '60

1960

Gennaio. Lavora alle scene e ai costumi per Macbeth di Bloch, con la regia di L. Squarzina al Teatro della Scala di Milano.

Nello stesso anno realizza le scene e i costumi per Semiramide con la regia di L. Squarzina, commissionato dal Teatro alla Scala di Milano (non realizzato sulla scena).

Luglio. Partecipa al Premio Ancona 1960.

Agosto. Partecipa al V Premio Termoli al Castello Svevo di Termoli. Espone, fuori concorso, Il canto del gallo.

Ottobre. Partecipa alla “I Mostra Nazionale di Pittura Città di Lucca” a Lucca. Novembre. Tiene una personale alla Galleria Pagani del Grattacielo di Milano, con presentazione di G. Kaiserlian, dove espone le Carte.

Dicembre. Partecipa alla VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Espone le Carte. Vince ex aequo con Carlo Corsi il Premio del Parlamento. Presentazione di G. Marchiori.

S.m. Partecipa alla collettiva “Arte Italiana del XX secolo da collezioni americane” al Palazzo Reale, Milano (poi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma) con un testo di J.Th. Soby; e alla Fiera di New York e alla “Mostra del Rinnovamento dell’Arte in Italia dal 1930 al 1945” a Ferrara.

Cagli lavora a mosaico quattro pareti per due ambienti di case d’abitazione in via Einstein, Roma.

Realizza per la turbonave Leonardo da Vinci 140 metri di pittura plastificata con melanina.

Partecipa al concorso per gli arazzi per la sala delle feste della motonave Leonardo da Vinci. Il concorso viene vinto dall’Arazzeria di Ugo Scassa e per la parte progettuale da Cagli (che realizzerà sei arazzi), Capogrossi, Corpora, Santomaso, e Turcato. L’incontro fra Cagli e l’Arazzeria di Scassa darà origine a un sodalizio duraturo ed eccezionalmente fruttuoso.

1961

Marzo. Partecipa al Premio Biennale Giorgione-Poussin a Castelfranco Veneto. Tiene una personale alla Galleria La Giostra di Asti, dove espone opere del periodo neo-metafisico.

Aprile. Partecipa alla collettiva “Salute to Italy 100 years of Italian Art 1861-1961” al Wadsworth Atheneum di Hartford.

Maggio. Inaugura “Corrado Cagli. Le Metamorfosi” al Teatro Comunale di Sulmona. Le opere esposte sono: Il mito di Narciso, La contesa per le armi di Achille, La favola di Filomene e Bauci, Apollo e Dafne, Ulisse e Aiace, Paesaggio con cascata, Ninfa agreste, Ninfa dei boschi, Il volto di Apollo, Perseo, Albero, Narciso, Dafne, Bozzetto per “Apollo e Dafne”, Bozzetto per “Narciso ”, Volto di Apollo, Bacco, Enigma di Febo, Metamorfosi, Eco in pietra; gli arazzi Bosco e La favola di Orfeo e i mosaici Motivi orfici e il Volto di Apollo; sedici disegni per il “Foscolo”. Partecipa alla collettiva “Opposizione al nazismo” alla Galleria dell’Obelisco di Roma, dove espone il disegno Büchenwald.

Partecipa al “Maggio di Bari”, Bari. Scritto di Cagli sull’arte negra: C. Cagli, Testimonianze sull’arte negra, in Bollettino della Galleria “La Nuova Pesa”. Giugno. Tiene una personale da Quadrante Studio d’Arte Contemporanea, Firenze. Testi di A. Busignani e E. Migliorini.

Per la ricostruzione della fontana di piazza Tacito a Terni, distrutta durante la II guerra mondiale, Cagli reinterpreta liberamente il tema dei segni zodiacali realizzati venticinque anni prima.

Luglio. Tiene una personale all’Istituto Italiano di Cultura in Atene. Espone: La favola di Orfeo (arazzo), La favola di Acete (arazzo), Genesi, La quena, Carnevalito, Rupe Gallina, Enigma del gallo, Demoni di primavera, L’Eden, La favola di Orfeo, Il mito di Narciso, La contesa per le armi di Achille, La favola di Filemone e Bauci, Apollo e Dafne, Ulisse e Aiace, Paesaggio con cascata, Ritratto di Paola, Il volto di Apollo, Dafne, Bacco, Il pescatore e la luna, Il matto dei Tarocchi, Il pastore, Diogene, Illustrazioni per il “Foscolo” di Laterza, disegni.

Partecipa alla collettiva “Dieci artisti di Roma” al Centro d’arte La Barcaccia di Montecatini, con un testo di F. Bellonzi. Espone La fuga del Dalai.

Partecipa al III Premio Biennale Mor- gan’s Paint al Palazzo dell’Arengo di Rimini, con testi di Z. Krisnik, E. Arcangeli, E. Riccomini.

S.m. Partecipa alla “Mostra di scultura italiana d’oggi” a Copenaghen; al Premio Fiorino di Firenze; alla collettiva “Francia-Italia”a Torino, alla “Collettiva al Centro”, Il Centro, Napoli.

Realizza il mosaico Il lavoro nei Campi, per I.N.A. Assicurazioni, Roma.

1962

Marzo. Tiene una personale incentrata prevalentemente sull’opera grafica a La Nuova Pesa di Roma, con testi di A. Trombadori e L. Bigiaretti. Scrive Trombadori: “Del modo come Cagli ha portato avanti, con l’arte del disegno, la sua sperimentazione della realtà, mi pare si debba avvertire in primo luogo e essenzialmente un fatto: che disegno per Cagli è innanzitutto scoperta della struttura e della spiritualità delle immagini così come si presentano al suo giudizio di artista; è in altri termini reperimento, a volte sintetico a volte microscopico, a volte introspettivo, del limite tra gli oggetti e lo spazio. Il disegno è, per lui, al servizio della realtà, mai la realtà al servizio del disegno, quasi pretesto di abilità riproduttive, o, romantico motivo di variazioni” (A. Trombadori, Sperimentalismo e coerenza di Corrado Cagli, in “Notiziario della Galleria d’Arte La Nuova Pesa”).

Aprile. Si tiene la personale “Corrado Cagli Sculture” alla Galleria dell’Obelisco di Roma, con presentazione di A. Palazzeschi: “Cagli è l’artista che meglio mi fa sentire, e con maggiore profondità, il dramma dell’arte figurativa contempo-ranea. E niente retorica, così facile e tentatrice in un’epoca di evoluzioni come la nostra. E se anche domani facesse rettorica, e per rettorica intendo soprattutto opera illustrativa, potrebbe anche farlo, sarebbe per rivelarne il segreto, liberandosi. È lui, e basta.

Giunto in piena maturità, pervenuto l’uomo a una pacata serenità ed una dolcezza che per farmi intendere chiamerò Leopardiana, Corrado Cagli presenta oggi al pubblico per la prima volta la sua scultura che è frutto di non lieve e rapido pensamento, non può sfuggire a chi ha con le cose dell’arte qualche dimestichezza, con una tecnica e una materia che esprimono così bene, e al tempo stesso, quanto la forza dei secoli ha saputo accumulare nel campo della scultura e la malinconica precarietà e fragilità della nostra vita contemporanea”.

L’artista espone: Clarice, Madre senza figlio, Ranieri, Un busto al Pincio, Leontina, Eva Pizzardini Ba, Il Poeta, Capo Cheyenne, Rochelle, Il conte di Farfa, Maschera “per non vedere”, Maschera “per non sentire”.

Giugno. Partecipa alla “Mostra degli Arazzi moderni” alla Pinacoteca Civica, Palazzo di Bellino di Asti, con testi di L. Carluccio e M. Innocenti. Espone sei arazzi.

Luglio. Partecipa a “Sculture nella casa” alla Knoll International Italy, Roma. Espone un bronzo.

Agosto. Espone alla Galleria Alfa di Venezia. Testi di E. Crispolti e A. Palazzeschi.

Partecipa alla collettiva di scultori italiani contemporanei “Italianische Plastiktennie Heute” al Bauzentrum Esplanade di Amburgo (con un testo di U. Apollonio) e alla mostra “Junge Italianische Malerei” all’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo, dove espone la scultura Ranieri.

Dicembre. Partecipa alla collettiva “Il dopoguerra. La pittura italiana dal 1945 al 1955” al Castello Estense di Ferrara, con testi di R. De Grada, A. Del Guercio, F. Russoli, M. Valsecchi.

1963

Marzo. Tiene una personale alla Galleria Hausammann di Cortina D’Ampezzo. Espone opere della nuova serie pittorica Le Siciliane (Semi a Muffarbi, Bacco a Giarre, Estro a Capo d’Orlando, Lo Scacciapensieri, Larve a Mazzarò, Enigma a Naxos, Con amore, Tabernacolo a Cefalù, L’Addiminavinturi, Impeto a Letojanni, Memorie a Castelmola) e otto disegni a penna su carta da riso del 1961 e 1962.

Presentazione di G. Marchiori: “Per ora conviene limitarci alla nuova serie pittorica dalle ‘Siciliane’ e ai disegni a penna su carta da riso, cioè alle opere più recenti, nelle quali la personalità di Cagli s'imprime e si rafforza con una sicurezza addirittura prestigiosa. Il colore ha una luce vivida, balenante, fissata attraverso una scelta dei mezzi e un procedimento del tutto inediti, e il colore è l’elemento fondamentale delle composizioni che sembrano alludere a una civiltà remotissima e sconosciuta. Sono le composizioni ritmate su un motivo d’ilare grazia, su cadenze di una freschezza e di una purezza ben rare oggidì. Sono le composizioni che riassumono, in una assoluta purezza di stile, le armoniose ondulazioni della fantasia, simili alla mobilità delle acque o al fremito delle foglie. E’ la fantasia ‘vegetale’ di Cagli, iniziata in anni lontani con le arboree stampigliature, continuate con le mitiche metamorfosi, tracciate in rabescati disegni di rami frondosi. È sempre l’amore del silenzio e della solitudine; l’amore contemplativo dell’artista, che è dentro le selve della realtà e del ricordo, in quella sintesi di natura e cultura, resa, attraverso il suo sentimento poetico delle cose, avvincente e vibrante in ogni cellula colorata”.

In un’altra recensione della mostra si può leggere: “Intitolando ‘Siciliane’ questo gruppo di dipinti, Cagli sembra aver intenzionalmente posto l’accento su un denominatore tematico di fondamentale importanza riguardo al gruppo stesso: e cioè appunto sulla sua rispondenza a un mito di solarità e di memorie tipicamente mediterranee, micenee, etrusche, fenici, di squillanti risalti cromatici, di continui richiami segnici d’ordine magico, d’accenno d’immagine emblematiche e quasi rituali (secondo riti della terra, delle stagioni e del lavoro, si potrebbe anche precisare)” (A. Rossi, Corrado Cagli a Palermo, in “Telestar”, Palermo, 22 settembre 1965).

Aprile. Espone alla “IV Rassegna Arti figurative di Roma e del Lazio” a Roma. Maggio. Partecipa alla XIV Mostra Nazionale Premio del Fiorino, Firenze. Luglio. Espone novantadue opere dal 1944 al 1963 nella retrospettiva “Omaggio a Cagli”, a cura di E. Crispolti, nell’ambito della rassegna internazionale di architettura, pittura, scultura e grafica, “Aspetti dell’Arte Contemporanea”, tenutosi nel luglio- ottobre all’Aquila. Si tratta della prima importante retrospettiva dedicata all’artista marchigiano, con fondamentale saggio di Crispolti.

Novembre. Espone ventinove disegni recenti alla Galleria la Cavurrina di Torino. “I disegni aprono anche meglio la via alla comprensione di questo ispirato momento dell’arte di Cagli. Sono le prove più alte di un grafico, che ha ben pochi rivali nell’arte contemporanea. Si potrebbe pensare persino allo schema lineare dell’immagine dipinta, se invece i disegni non fossero autonomi, come strumenti di ricerca, ma soltanto nell’ambito caratteristico della grafica. La purezza dell’idea pittorica di Cagli è rivelata appunto dalla cristallina individualità della linea, carica di ogni potere espressivo. Cagli non sfugge alla tremenda responsabilità della linea, del tracciato lineare, senza trucchi o inserzioni di spuri elementi pittorici, come le macchine o gli spruzzi. Il segno di Cagli è inesorabile e segue un ordito ben chiaro, la pura trama della fantasia” (G. Marchiori, Cagli: magia e realtà, catalogo della mostra, Galleria Hausammann, Cortina d’Ampezzo, 1963). Espone, assieme a Guttuso e Mirko all’Herbst Salon 63 all’Haus der Kunst di Monaco. Le opere esposte sono: Arlecchino come granduca, Il sole di pietra, Demoni di primavera, Le mura di Gerico, Arlecchino come Orfeo e gli arazzi: Enigma del gallo, La quena, Salomone re, La favola d’Orfeo, La festa dell’ infrascata.

Dicembre. Espone trenta opere (dipinti, sculture, arazzi, scelti dal 1949 al 1963) nella mostra “La pittura di Cagli nell’ar- redamento moderno” al Centro per l’arredamento di Torino, a cura di E. Crispolti. Con Commenti critici di E. Crispolti e P. Portoghesi e altri testi di L. Carluccio, R. Carrieri, M. Innocenti, G. Marchiori, E. Migliorini, A. Palazzeschi.

S.m. G. Marchiori pubblica in “Civiltà delle macchine” il saggio Magia di Cagli; tiene una personale alla Galleria del Deposito di Genova, con un testo di G. Marchiori; partecipa alla “Collettiva di pittori contemporanei” al Centro culturale A. Gramsci di Teramo.

1964

Febbraio. Partecipa alla collettiva “Omaggio alla Resistenza” al Circolo d’Arte e Cultura la colonna Antonina di Roma.

Aprile. Espone nella collettiva “La Scuola Romana” alla Galleria La Barcaccia di Roma la Battaglia (1935). Testo di R. Lucchese.

Maggio. Si inaugura la mostra “Corrado Cagli” allo Studio A di Roma. Antologica, con dipinti e disegni dal 1930 al 1964 realizzato in occasione della pubblicazione del volume Cagli, a cura di R. De Grada e F. Russoli, Il disegno moderno, Seda, Milano.

Partecipa al “Festival des arts plastiques de la Côte d’Azur”, sezione Peintres et Sculpteurs de Rome al Salon de la Residence du Louvre di Mentone (organizzata dall’Art Club di Roma). Partecipa alla mostra sugli arazzi della Manifattura Scassa di Asti, “Les Tapisseries d’ Asti” all’Office National Italien du Tourisme di Parigi, con presentazione di F. Bellonzi.

Giugno. Tiene una personale alla Galleria l’Aquilone di Firenze, dove espone venti opere inedite. Esce per l’occasione la monografia di G. Marchiori e E. Crispolti, Corrado Cagli, Edizioni d’arte Pozzo, Torino.

Espone alla collettiva “Pittori italiani e jugoslavi per la città di Skopje” alla Galleria Penelope di Roma.

Espone alla “XV Fiera d’Arte di Via Margutta” a Roma.

Partecipa a una collettiva allo Studio d’Arte Margutta di Roma. Espone con Afro, Burri, Marcarelli, Shumacher, Alechinsky, Appel, Jens, Fontana, Geiger, Daie, Hundertwasser.

Partecipa alla XXXII Biennale di Venezia con una sala personale. Presentazione al catalogo generale di G.C. Argan, presentazione della sala personale di E. Crispolti.

Scoppia in questa occasione una violenta polemica a proposito degli artisti americani della pop art per la prima volta esposti in Italia. Riportiamo l’opinione di Cagli: “Non condivido le apprensioni dei miei colleghi per due motivi: primo perché la Pop Art a questa Biennale non si è presentata come testa di ponte o testa di ariete o avanguardia, ma come la forma di ufficialità del governo degli USA, come poi è stato dimostrato dal risultato finale. Non c’è da chiedersi dunque che cosa vogliono dire i Rauschenberg, ma piuttosto come mai l’ufficialità americana si sia voluta esprimere in quella forma. Secondo perché l’esperienza della cosidetta Pop Art è stata qui da noi già esperimentata e consumata fino all’usura” (Berenice, Scusi, qui c’è Pop Art?, in “Paese Sera”, 19 luglio 1964).

Scrive invece Raffaele Carrieri commentando le opere di Cagli in mostra: “Ho rivisto invece con molto piacere alcune delle grandi composizioni fantastiche - le originali carte mormoranti - di Corrado Cagli che furono esposte anni fa alla milanese Galleria del Grattacielo e delle quali parlai su queste colonne: Discesa nello Sceol, Tornasole, Carta muta, Genesi, Enigma di Febo. La complessa opera di Cagli continua a sorprenderci: una sorpresa che dura da più di trent’anni. Talvolta mi domando se Cagli è uno o un’intera generazione di inquietissimi cercatori, rabdomanti e inventori. Una generazione senza pace, senza costrizioni, senza pregiudizi e in continuo fermento e sommossa. Una complessa e intricata generazione rappresentata da uno solo. E quell’uno più sottile d’un fachiro si è caricato sulle spallucce tutte le responsabilità, fuochi e chiodi, tutte le operazioni più rischiose, i giochi puri e impuri, il fanatismo di rimettere ogni forma e ogni radice di forma in un perenne stato di allarme” (R. Carrieri, L’ultima Biennale: un monotono e scoraggiante giuoco, in “Epoca”, 5 luglio 1964).

Luglio. Espone alla mostra “Scultura Italiana” alla Walker Gallery di Liver- pool. Presentazione di B. Robertson. Partecipa con Clarice, Ranieri, Eva Pizzardini Ba.

Partecipa fuori concorso al I Premio Nazionale Italia 44 alla Galleria Bandini di Cecina.

Partecipa alla mostra “Indicazione per una collezione d’oggi” alla Galleria La Medusa di Roma.

Partecipa alla collettiva di disegni alla Galleria Don Chisciotte di Roma.

Agosto. Partecipa a una collettiva alla Galleria Levante di Roma.

Partecipa al Premio Prato.

Settembre. Espone alla mostra “Posizioni nell’arte contemporanea” al Liceo Scientifico di Ancona. In occasione dell’VIII Premio Marche, partecipa fuori concorso.

Personale alla Aca Gallery di Roma, dove espone con Porzano.

Ottobre. Partecipa a una collettiva alla Galleria La Nuova Pesa di Roma. Espone assieme a Guttuso, Attardi, Mafai, Sironi, Quattrucci, Turchiaro, Guccione, Vespignani.

Partecipa alla mostra “Quattro secoli di natura morta” al Palazzo Reale di Napoli.

Novembre. Partecipa alla mostra itinerante della collezione di scultura italiana contemporanea, appartenente alla fondazione olandese Peter Stuyvesant (Le Havre, Grenoble).

Partecipa alle collettive alla Galleria Indipendenza di Firenze, dove espone con Guttuso, Cascinari, Levi, Mattioli, Treccani, Rossi; al Palace Hotel di Bari, a cura della Galleria Brera di Milano; alla Galleria Arte al Borgo di Palermo, dove espone La mantide religiosa.

Dicembre. Partecipa alla “Rassegna d’Arte Contemporanea” presso la Libreria Contini di Piombino con Guttuso, Ziveri, Sironi, Dova, Vespignani, Attardi, Sughi, Treccani, Farulli, Bandini, Schinosi.

Collettiva alla Galleria Centro Culturale Michelangelo di Roma con Birolli, Colla, Levi.

S.m. Partecipa alle collettive “Mostra Mercato d’Arte Contemporanea” a Palazzo Strozzi, Firenze; “Pittori della Collezione Cavellini” alla Galleria d’Arte Moderna di Brescia; al Museo del Sannio di Benevento; alla Bottega d’Arte di Chieti; alla Galleria d’Arte Laurina di Macerata.

Collabora alle sequenze sceniche de L’albero del Bene e del Male e della Torre di Babele per il film La Bibbia di John Houston.

1965

Febbraio. Si inaugura alla Galleria II Carpine di Roma una mostra dedicata agli Arazzi di Asti realizzati dalla Scuola Artigiana di Ugo Scassa sotto la direzione di Cagli. Arazzi di Cagli, Avenali, Clerici, Guttuso, Mirko, Muzzi, Sironi e Spazzapan. Presentazione di F. Bellonzi. In occasione della mostra è esposta anche un’antologica di oli e di disegni di Cagli, allestita per la presentazione al pubblico e alla critica della monografia a cura di E. Crispolti e G. Marchiori, Corrado Cagli, Edizioni d’arte Fratelli Pozzo, Torino 1964.

Partecipa alla collettiva “Incanto di Roma” alla Galleria Piazza di Spagna di Roma, con presentazione di R.M. De Angelis.

Lavora alle scene e ai costumi per l’opera Le miniere di zolfo di R.R. Bennet, regia di J. Houston, Teatro alla Scala, Milano.

Marzo. Partecipa alla collettiva di disegni, Sala d’esposizione (Cetis), Ispra (Varese) a cura del Comitato Culturale dell’Euratom.

Partecipa al Premio Fiorino, Firenze. Partecipa a una collettiva di arazzi su cartoni eseguiti da Scassa agli Ex Uffici Postali Vaticani di Bari.

Aprile. Partecipa a una collettiva alla Galleria d’Arte Verrocchio di Pescara. Partecipa alla mostra di artisti italiani “Omaggio a Dante” ad Algeri.

Partecipa a una collettiva alla Galleria l’“Elefante” di Roma.

In occasione del ciclo di conferenze Parliamo di pittura espone in una collettiva al Circolo di Cultura Pantheon a Roma.

Partecipa alla collettiva all’Hotel Jolly di Matera, promossa dalla Galleria La Barcaccia di Napoli. Sono esposte opere di maestri contemporanei e di artisti dell’Ottocento; alla “V Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio” al Palazzo delle Esposizioni di Roma; alla IX Quadriennale al Palazzo delle Esposizioni di Roma; alla “VI Biennale dell’Incisione italiana contemporanea” alla Galleria Bevilacqua-La Masa di Venezia; alla collettiva “Quindici pittori contemporanei” allo Studio Margutta di Roma; alla mostra “Arte e Resistenza in Europa” al Museo Civico di Bologna (poi Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino).

Maggio. Espone alla “Mostra-Mercato Via dei Coronari” a Roma.

Luglio. Partecipa alle collettive al Palazzo Collicola di Spoleto; al Residence Garden di Roma (mostra realizzata in collaborazione con la compagnia dei Vagoni letto), dove espone con Guttuso, Levi, Mafai, Rosai, Tamburi, Treccani, Vespignani e altri.

Partecipa alla mostra “Omaggio a Dante degli artisti italiani d’oggi” alla Biblioteca Benedetto Croce di Buenos Aires, dove espone opere grafiche; alla mostra “Mosaici Moderni” a Bruxelles, in cui sono esposte opere ricavate da cartoni di artisti.

Partecipa alla mostra di “Mosaici moderni” al museo di Princenhof a Delft. Espongono fra gli altri anche Capogrossi, Chagall, Gentilini, Guttuso, Mirko.

Agosto. Si inaugura “Omaggio a Cagli”, in Alternative Attuali 2, Torre Pollice, L’Aquila.

Partecipa a una collettiva alla Galleria 3 di Pescara, a cura di F. Scroppa. Espone con Mafai, Tamburi, Guttuso, Treccani, Rosai, Vespignani, Levi ed altri. Settembre. Partecipa a una collettiva alla Sede dell’Ambasciata Nazionale di Macedonia, Skopje.

Partecipa alla collettiva “Biennale Internazionale di Scultura” a Carrara; alla mostra “Maestri della pittura italiana del Novecento” alla Galleria 3 di Pescara; a una collettiva alla Galleria Torbandena di Trieste. Sono esposte opere da gallerie private.

Partecipa alla mostra in occasione del Premio Raffaele De Grada, a San Gimignano; alla XXIV Biennale Nazionale d’Arte città di Milano al Palazzo della Permanente di Milano.

Ottobre. Espone nella collettiva “La Scuola Romana” alla Galleria La Barcaccia di Roma la Battaglia (1935). Partecipa a una collettiva alla Galleria La Rota di Bari; alla mostra “Scultura contemporanea”, a cura della Quadriennale di Roma, Art Gallery, Auckland, Nuova Zelanda (poi Wellington, Christchurch, Dunedine).

Partecipa alla mostra “Sculture di artisti italiani all’aperto” a Madurodam (Olanda).

Novembre. Partecipa alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Si inaugura al Civico Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano l’antologica “Cagli”, imponente rassegna di 250 opere, fra pitture, sculture disegni ed arazzi, dal 1931 in poi.

Partecipa a una collettiva di nature morte a La Vetrata di Roma.

Partecipa alla mostra “Omaggio a Dante” a Palazzo Venezia di Roma (poi al Palazzo dei Diamanti di Ferrara).

Dicembre. Partecipa a una collettiva al Circolo Posillipo di Napoli; alla mostra “Astrattisti 1950-1960” alla Galleria il Carpine di Roma. Espone assieme ad Accardi, Afro, Birolli, Brunori, Carmassi, Cassinari, Corpora, Dorazio, La Regina, Moreni.

S.m. Partecipa alla collettiva “Pittori d’oggi” alla Galleria Ghelfi di Verona. 1966

Gennaio. Espone alla Galleria La Rosta di Bari con Guttuso, Attardi, Viviani, Ziveri (poi alla Galleria il Sedile, Lecce).

Partecipa alla mostra “Trenta pittori e scultori e Moroello Morellini” alla Galleria del Levante di Roma. Introduzione al catalogo di Corrado Cagli.

Febbraio. Partecipa alla collettiva “Pittori di Roma” al Circolo La Scaletta di Matera (in collaborazione con la Galleria La Barcaccia).

Partecipa alla mostra “Pittori italiani di oggi” a Teheran (curata dalla Quadriennale di Roma) e a una collettiva alla Galleria La Fontanella di Roma.

Marzo. Partecipa alla collettiva alla Galleria dei Due Mondi di Roma e alla mostra “Grafica del 1945-1965” ad Arzignano.

Aprile. Partecipa alla “Mostra Asta” alla Galleria Brera di Milano (poi al Circolo Artistico, Catania), con presentazione di G. Frea.

Partecipa alla mostra “Immagini degli anni ’60: poesia e verità” al Ridotto del Teatro Regio di Parma (poi al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e alla Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pretorio, Prato).

Partecipa alla collettiva “Arte Italiana contemporanea” in Messico (promossa dalla Quadriennale di Roma) con presentazione di F. Bellonzi.

Maggio. Si inaugura un’antologica del disegno di Cagli alla Galleria Don Chisciotte di Roma., con testo di C.L. Rag- ghianti. Espone trentadue disegni dal 1941 al 1966: “Si guardino con calma questi fogli: ciascuno suggerisce una relazione, è uno scatto di invenzione in una direzione che poi subito è abbandonata in un altro foglio. Quanto a nativa forza di invenzione e a curiosità per il mondo, io credo che Cagli sia pari a Max Ernst, soltanto che egli ha un modo di formare ‘mediterraneo’, senza mistero, un modo di raffigurare frontale come in una rinnovantesi apparizione di korai [...] Un altro elemento di interesse di questi fogli sta nel carattere del segno di Cagli che è di una qualità astratta, nel senso di una generalizzazione del significato, carattere che impone la scelta d’una tecnica invece di un’altra e che risponde tanto all’idea che del segno avevano gli antichi (come disegno, come progetto, tanto valido per la pittura quanto per la scultura e l’architettura) quanto all’idea che ne aveva un Klee, che il segno fosse il più possibile smaterializzato, sicché disegnare fosse come scrivere” (D. Micacchi, Classicità di Corrado Cagli, in “L’Unità”, 24 maggio 1966). Scrive invece Lorenza Trucchi: “Ho sempre preferito il Cagli grafico al Cagli pittore, proprio perché lo “sconcertante eclettismo” dell’artista trova nel disegno la ragione prima della sua consapevole ed ‘inesausta ricerca’. Una ricerca, che pur nella varietà delle sue espressioni non ha per scopo che se stessa e cioè l’infaticabile piacere o l’infaticabile travaglio del fare. Nel suo continuo oscillare tra esperienze figurative ed esperienze astratte, Cagli non agisce certo in superficie e cioè spinge a fondo ciascuna di queste esperienze e tuttavia lo scopo finale è sempre altamente estetico, quello cioè di una pura e indefessa ricerca formale e tecnica [...] In Cagli, sotto la sua pelle sensibilissima di artigiano sublime e di culto manierista, ribolle una demoniaca commistione di umori e di istinti, che quasi suo malgrado commuove e rinsangua continuamente questa professione estetica, sino a fare di lui un artista non solo fuori classe, ma non facile da classificare. Ed è questo il punto cruciale del mistero o, se si preferisce, del ‘caso’ Cagli, quello che dà sapore a tutta la sua opera: ma è un po’ un ritorcere il problema su se stesso chè il manierismo - al quale non voglio dare qui alcun senso negativo - ha rappresentato appunto un consapevole, culminante momento per nascondere o camuffare la crisi di un’epoca, e che oggi definiamo meglio come la nevrosi profonda di una società, sotto l’apparente chiarezza e la difettosa bellezza di un estremo culto estetico” (L. Trucchi, Cagli alla Don Chisciotte, in “Momento Sera”, 22 maggio 1966).

Si inaugura la mostra “Corrado Cagli” alla Galleria La Nuova Pesa di Roma con presentazione di E. Crispolti.

Partecipa al “Premio sul gatto”, Piazza di Spagna, Roma; alle collettive alla Galleria La Barcaccia di Napoli; alla Galleria Taras di Taranto; “Gli arazzi di Asti” all’Antica Certosa di Valmanera, con presentazione di M. Innocenti e M. Viale Ferrero.

Luglio. Partecipa alla collettiva per il “Concorso Miss Lido Azzurro”, Lido Azzurro di Torre Annunziata, Napoli. Espone con Attardi, De Chirico, Gut tuso, Mafai, Sironi, Ziveri e altri.

Si tiene una personale alla Galleria 88 di Roma, dove sono esposti dipinti, disegni e arazzi inediti di Asti.

Agosto. Partecipa alla “I Fiera Nazionale delle Arti Figurative” a Bari; alla collettiva “Maestri del disegno moderno”, a cura di E. Dall’Oglio al Casinò di Cura di Merano.

Settembre. Espone a una collettiva a Palazzo Strozzi a Firenze.

Ottobre. Partecipa alla “I rassegna di Arti figurative” al Centro Studi Leonardo da Vinci a Roma.

Espone opere di grafica in una collettiva a Stoccolma, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla rivista Civiltà delle Macchine; assieme a Guttuso e Maccari alla Galleria La Fontanella di Roma.

Novembre. Galleria Barchetta, espone con Guttuso, Mirko, Pirandello, Ziveri. Partecipa alla collettiva alla Galleria l’Astrolabio di Roma, con presentazione di C. Giacomazzi e alla collettiva a Mc Quarries, Sidney.

Dicembre. Partecipa a una collettiva “Arte Contemporanea” alla Galleria Zen di Brescia.

1967

Gennaio. La Galleria Flaccovio di Palermo inaugura una mostra di artisti contemporanei fra cui Cagli.

Il Premio Italia-Mec 1966 riservato “al pittore italiano che meglio di ogni altro ha saputo - nel corso del corrente anno - conferire alla propria opera ed alla propria attività artistica una dimensione autenticamente europea” è attribuito a Cagli.

Partecipa al “Festival Italiano, Pittura Italiana Moderna e Contemporanea” a Sidney.

Espone nella collettiva “Proposte per la vostra collezione” alla Galleria La Fontanella di Roma.

Febbraio. Partecipa alla collettiva “I romani contemporanei”, con presentazione di G. Notari e L. Mariani.

Partecipa a una collettiva a cura di C.L. Ragghianti a Palazzo Strozzi, Firenze. Sono esposte anche opere di Balla, Boccioni, De Chirico, Morandi, Savinio e altri.

Marzo. Espone alla “Fiera del disegno” alla Galleria Garofalo di Rovigo.

Partecipa alla “Collettiva di 17 pittori” alla Biblioteca Universitaria di Oslo.

Alla Civica Galleria d’Arte Moderna E. Restivo di Palermo è inaugurata un’importante antologica dedicata a Cagli. Oltre 300 opere, fra dipinti, disegni, incisioni, arazzi e sculture, che rappresentano i momenti capitali dell’opera dell’artista, dal 1931 in poi, con, in chiusura, le illustrazioni per il “Foscolo”, per L’elogio della pazzia di Erasmo, per La Bibbia, e il ciclo delle Siciliane. La presentazione è di Ungaretti. Per l’occasione sono esposte anche le incisioni e gli scritti autografi del poeta spagnolo Rafael Alberti per il suo libro dedicato a Cagli: “Doveva pur avvenire, dopo il tanto parlare che s’è fatto il confronto tra la poesia e pittura di Corrado Cagli. La Galleria d’Arte Moderna di Palermo ospiterà dal 25 marzo al 25 aprile la mostra antologica di Cagli dedicata al rapporto poesia-pittura.

Il pittore, liberato dai critici e dalla loro mania di catalogazione, viene affidato ai poeti per rivelare una comune anima ed offrire al popolo, nella diversità dei segni grafici e poetici, un linguaggio che lo aiuti a riscoprire la sua matrice di civiltà. Corrado Cagli così è presentato da tre poeti, Giuseppe Ungaretti, Alfonso Gatto, Raphael Alberti.” (L. Corrao, Incontro tra pittura (Cagli) e poesia (Ungaretti, Gatto, R. Alberti, in “Paese Sera”, 3 marzo 1967).

Come appendice dell’antologica viene inaugurata al Palazzo Comitini di Palermo una mostra di otto arazzi su cartoni di Cagli, realizzati nelle Arazzerie Scassa di Asti: Viaggi (1960), Eden (1961), La festa dell’infrascata (1961), La quena (1961), Apostolo (1961), Salomone re (1962), Nazareno (1966), De Cummings (1967, eseguito da N. Berlinguer).

In occasione della mostra, F. Russoli pubblica lo scritto Cagli in Sicilia in “Rivista Pirelli”, 2, aprile 1967.

Maggio. In occasione del ventesimo anniversario dell’eccidio di Portella della Ginestra, Cagli crea diciotto monotipi a olio intitolati La pietra di Barbato, riprodotti nella edizione “Il Nuovo Sud” e riuniti in cartella con una presentazione di Danilo Dolci.

Giugno. Espone alla Galleria Don Chisciotte di Roma i monotipi ispirati alla strage di Portella della Ginestra, con presentazione di C. Bernari. Duilio Mo- rosini li analizza così: “Le grandi mostre antologiche di Cagli a Milano e Palermo rendono superflua una diffusa analisi dell’articolazione espressiva di questi disegni. Diciamo semplicemente che essi sono lontani dai fogli ispirati, a suo tempo, ai ‘naufraghi’ del Polesine (dove il tratteggio di luce ed ombra risucchiava nel vuoto le vittime dell’alluvione) ; che essi invece oscillano fra il tratto sottile, vibratile e discontinuo, dei mitici disegni giovanili di Cagli e le sue recenti, incisive illustrazioni per il “Foscolo”, in una trama che coinvolge e travalica gli avvenimenti. Una trama che ci restituisce le mani, gli occhi, le povere cose (e le illusioni che aiutano a sopravvivere) come testimoni di un dolore che ancora scotta. Il segno, febbrile e spezzato, fragile e tenace - che va e viene dal Manierismo, ai romantici, a noi - penetra (nelle composizioni aperte a più significati) dentro le vicende di queste ed altre sconfitte, di questi ed altri riscatti. È così che, in Portella della Ginestra, confluisce l’impeto di Delacroix e di Rude. É così che nella Pietra di Barbato ritorna sopra un’altra, aspra scorza terrestre, l’olocausto dei fucilati di Goya. È così che nel Puparo, il teatrino delle armi ed emblemi dei Paladini di latta e panno sovrasta la tragedia in carne ed ossa del contadino proditoriamente ucciso” (D. Morosini, Trenta monotipi di Cagli: Giuliano, la mafia, il popolo, in “Paese Sera”, 12 luglio 1967).

Aprile. Partecipa a una collettiva alla Galleria d’Arte Moderna di Tokio e alla mostra “Incisioni italiane” all’Istituto Italiano di Cultura di Dublino.

Maggio. Si inaugura la mostra “Cagli” alla Galleria Don Chisciotte, Roma, con presentazione di C. Bernari.

Partecipa alla collettiva “Omaggio a Portella” a Piana dei Greci; alla mostra “Burri, Cagli, Fontana, Guttuso, Moreni, Morlotti. Sei pittori dagli anni ’40 ad oggi” alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo, a cura di E. Crispolti e A. Del Guercio (poi Istituto Italo-Latino-Americano).

Partecipa alla mostra “La grafica della collezione Cavellini” alla Galleria d’Arte Moderna di Brescia, con presentazione di M. Valsecchi.

Giugno. Partecipa a una collettiva alla Galleria L. Maitani di Orvieto.

Luglio. Partecipa a una collettiva alla Galleria d’Arte R. Rotta di Genova. Ottobre. Partecipa a una collettiva di opere grafiche alla Stamperia Romero di Roma.

Si tiene una personale di Cagli alla Libreria Rizzoli di Roma (poi alla Libreria Rizzoli, Milano e New York). Espone venti dipinti della serie dei Labirinti, eseguiti nel periodo 1961-1965 e realizzati con l’uso di pastelli a olio su papier velour nero. Presentazione in catalogo di G. Ungaretti.

Partecipa alla “Mostra di mosaici di artisti contemporanei” al Museo del Sannio di Benevento.

Novembre. Partecipa alla III Biennale dell’Arazzo di Losanna.

Partecipa a una collettiva all’Escuela Nacional de Bellas Artes di Managua; a una collettiva alla Galleria Margutta di Roma.

Espone opere di grafica in una collettiva alla Biblioteca di Livorno, con presentazione di L. Bertolucci.

Partecipa alla “Mostra di 29 disegni di artisti italiani” a Helsinki.

Dicembre. Tiene una personale al Ridotto del Teatro Regio di Parma, con presentazione di A. Gatto. Espone le Illustrazioni per il Foscolo di Laterza (1960), le Illustrazioni per “L’elogio della pazzia di Erasmo” (1964), monotipi ispirati alla strage di Portella della Ginestra, l’arazzo Apollo e Dafne, e alcune opere degli anni cinquanta. Partecipa a una collettiva al Palazzo Re Enzo a Bologna e alla Galleria dell’Incisione di Milano.

Lavora alle scene e ai costumi per Jeux di Debussy per la messa in scena da A. Millos al Teatro dell’Opera di Roma.

1968

Febbraio. Si tiene la personale “22 inediti con 22 moduli”, allo Studio d’arte Condotti di Roma, dove espone venti- due opere inedite del periodo 1949- 1959. La rivista “Carte segrete” pubblica per l’occasione un volumetto catalogo con testo di E. Crispolti.

Partecipa alla “Mostra di Arte Italiana Contemporanea” all’Istituto Latino- Americano di Roma (poi in Guatemala, Honduras, E1 Salvador, Nicaragua, Costa Rica).

Marzo. Espone opere recenti di pittura e grafica alla Galleria Rizzoli di New York, con presentazione di G. Ungaretti.

Partecipa alla mostra di mosaici di artisti contemporanei nella cattedrale di San Matteo a Salerno e alla VI Biennale d’Arte Romana al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Aprile. Partecipa alla mostra “L’Araz- zeria Scassa di Asti”; alla XXXII Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze. Scritti di F. Bellonzi e V. Miroglio.

Maggio. Espone cinque acquaforti (Bambar, A Flavia, Bambara, Le angosce di Novak) alla mostra sull’opera della Grafica Romero di Roma, alla Galleria d’arte di San Carlo di Napoli.

Luglio. Lavora alle scene e ai costumi per Estri di Petrassi, messa in scena da A. Millos, Festival dei Due Mondi, Spoleto (poi riproposto dal Teatro La Fenice, Venezia, e dal Teatro alla Scala, Milano).

Agosto. Partecipa a una collettiva Selezione 1968 alla Galleria R. Rotta di Genova.

Settembre. Vince il I premio al “I Concorso d’Arte Contemporanea Città di Crotone”.

Ottobre. Si inaugura una personale di opere grafiche alla Galleria d’arte di San Carlo di Napoli: litografie, serigrafie e acquaforti dal 1957 al 1968 (poi alla galleria Incontro Sud di Reggio Calabria), con presentazione di I. Mussa.

Dicembre. Si tiene la mostra antologica “Cagli opera grafica” alla Galleria Libreria Rizzoli di Milano con presentazione di A. Gatto: “Questo è da leggere in ogni disegno di Cagli: la lotta, nel finito, di ogni anticipo intuitivo che non può mai realizzare l’idea e non vuole allucinarla, ma contenderla e riportarla all’atto della manualità e dell’esecuzione. Il disegno di Cagli è cioè una partitura, la strumentazione di un concerto grafico che va eseguito. La musica dell’ideazione va suonata. L’organico di tutte le arti (e non solo dell’avversa pittura) gli dà sistema e corpo, naturalezza. Cagli disegna, dirigendo gli incontri, gli scontri, gli incidenti e l’energia della sua linea, ne esalta il cromatismo, ne valorizza le interferenze e ne aspetta la convinzione a essere. Ogni partito di velleità, di approssimazione e di ricordo, e l’inerzia del trasporto impulsivo e manuale, si contessono nell’organico della pronuncia. La parola grafico è configurata dalla propria voce, ch’è la perenne disponibilità della lingua a parlare: ma il lascito della persuasione (il disegno) è anche il suggello della sua autorità esemplare, del suo potere di ‘legge’ ”.

All’ingresso della Galleria Civica d’Arte Moderna di Milano l’architetto I. Gardella inserisce La battaglia di San Martino e Solferino.

Ottobre. Si inaugura alla Galleria La Robinia di Palermo l’antologica “Cagli opere dal 1938 al ’68”, con testi di V. Fagone e A. Gatto.

Si tiene alla Galleria Il Catalogo di Salerno la mostra “I disegni di Cagli”.

Novembre. Partecipa a una collettiva di opere grafiche e disegni alla Galleria del Forziere a Ferrara e alla collettiva “Testimonianze 1950-58” alla Galleria Numero di Firenze.

Dicembre. Partecipa a una collettiva di opere grafiche alla III Mostra di Arte Contemporanea, a Palazzo Strozzi, Firenze.

Espone alla collettiva “Proposte per una collezione” alla Galleria Nuovo Carpine di Roma e partecipa alla collettiva promossa dalla Galleria La Barcaccia di Roma, all’Hotel Savoia Excelsior di Trieste.

S.m. Esegue il medaglione bronzeo di Enrico Fermi per l’Accademia dei Lincei a Roma.

1969

Marzo. Lavora alle scene e ai costumi per Marsia di Dallapiccola, messa in scena da A. Millos, Teatro dell’Opera, Roma.

Aprile. Si inaugura una personale a La Rosta 2, Bari. Sono esposti oli e disegni del 1967-1968, con un testo di M. Innocenti.

Maggio. Si inaugura una mostra alla Galleria La Nuova Pesa dal titolo “Mutazioni modulari e loro variazioni cromatiche”: settanta disegni e serigrafie della serie “variazioni modulari” degli anni 1967-1969. Per l’occasione viene pubblicato il volume Mutazioni modulari e loro variazioni cromatiche di Corrado Cagli, con uno scritto di Enrico Crispolti (Edizioni Aldina, Roma).

Scrive a proposito di queste opere recenti Giorgio Di Genova: “Per questo gruppo di opere esiste più di un precedente nella produzione di Cagli ed a ragione Enrico Crispolti, nel suo scritto di presentazione, richiamava non solo le Siciliane e i 22 moduli, già esposti a Roma l'anno scorso, ma anche la scultura cagliesca che per più di un verso sviluppa intuizioni spaziali già insite nei “disegni di quarta dimensione” realizzati da Cagli nel '48 e ’49. In realtà alla base di tutta questa straordinaria serie di prove del segno c’è una visione spaziale di grande articolazione, perché nel momento in cui Cagli declina i suoi moduli lineari è lo spazio ad essere declinato nei modi più diversi.

L’analisi della struttura del segno creatore di immagini, Cagli la compie sempre fondendo i due momenti della ragione e della fantasia. È tramite la fusione di questi due momenti che il processo operativo, in pratica analitico, sfocia in risultati di originale sintesi. La reiterazione degli elementi base del modulo, la moltiplicazione dei piani d’immagine, la dilatazione delle stesure segniche dal concentrato al diradato, l’incastro in certi casi addirittura plastico di talune immagini, tanto per indicare alcuni dei molteplici effetti di queste opere di Cagli, sono tutti momenti essenziali d’un linguaggio che certo si basa sull’automatismo psichico, ma che può usufruire di tale automatismo per un sottile autocontrollo aprioristico, reso possibile dalla straordinaria cultura figurativa di Cagli, la quale gli permette di calcolare il risultato già prima della realizzazione. Ed è proprio per questa sua cultura che Cagli non si perde nei meandri dei suoi discorsi lineari, ma anzi riesce a dare ordine e chiarezza a questa sorta di labirinti modulari. A prima vista sembrerebbe di trovarci di fronte ad una operazione astratta sul linguaggio scenico, invece in tutte queste opere urge la realtà; ed una delle loro maggiori suggestioni risiede proprio nel sapientissimo connubio tra osservazione realistica e immaginazione astrattiva. La capacità di saper cogliere lo stile dalla natura o dalla tessitura delle cose è una delle più alte prerogative che Cagli esplica in queste opere e, laddove il richiamo associativo-mentale è vegetale, non si può prescindere dall’umano, tant’è vero che molte di queste opere risultano piante-teste” (G. Di Genova, Invenzione e armonia, in “Mondo Nuovo”, 22 giugno 1969).

Scrive invece S. Giannattasio: “Di recente ha avuto luogo alla Galleria La Nuova Pesa, una mostra di una settantina di opere - tra sculture e serigrafie modulari - di Corrado Cagli. Le serigrafie rappresentano forme di concrezioni modulari e fantastiche ritmicamente composte nell’armonia formale che rende l’immagine come di grossi arbusti di alghe marine. Si tratta di pezzi unici, svolti in bicromia nero-bianco su fondo colorato in viola, arancione, giallo, azzurro, ecc. La varietà delle modificazioni è qui compresa nella sintesi uniforme delle sagome che danno luogo a contorni di escrescenze geometriche, componendo in altissima fantasia l’algebra dei rapporti interni e le loro variazioni costanti. Si tratta di una meravigliosa fusione di astrazione e armonia, variazione e simbolo, in una elevata concordanza del fenomeno esistenziale (che comprende la variazione) e di quello intellettuale e poetico (che razionalizza in una sorta di percezione metafisica le forme naturalistiche). Cagli ci appare attraverso queste opere, ancora una volta come uno straordinario personaggio del nostro tempo, in cui trasferisce il peso concreto di una caratterizzazione antichissima nel senso dell’individualismo, o meglio del razionalismo individuale caro ai Rinascimentali, esistendo senza soluzioni di continuità nell’attualità immanente.” (S. Giannattasio, Mostre Romane, in “Arte e poesia” n. 2-3, marzo-aprile- maggio-giugno 1969).

Mostra antologica della grafica di Cagli dal 1931 al 1967 al Circolo livornese della Casa della Cultura, con presentazione in catalogo di A. Gatto.

Vince il Premio del Fiorino per la pittura, XIX Biennale, Firenze.

Agosto. Partecipa alla Triennale dell’Adriatico, Palazzo delle Esposizioni, Civitanova Marche.

Dicembre. Partecipa alla collettiva “I pittori italiani dopo il Novecento” nel Palazzo Scuola Media Curtatone e Montanara a Pontedera.

S.m. Si inaugura una personale al 2 di Roma. Sono esposte le opere serigrafiche Mutazioni modulari e loro variazioni. Testi di A. Bovi e I. Mussa.

Partecipa alla mostra “Cento opere d’arte italiana dal futurismo ad oggi” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; partecipa alla Triennale dell’incisione italiana al Palazzo della Permanente di Milano; alla mostra “Proposte per una collezione”, Galleria il Carpine, Roma e a “Scultura italiana”, Stratford Gallery, Ontario (Canada).

Gli anni '70

1970

Febbraio. Si inaugura la personale “Corrado Cagli” alla Gallery 5 east, Ea- st Hartford (USA), dove sono esposti disegni e serigrafie della serie Variazioni modulari, con un testo di E. Crispolti.

Aprile. La Galleria Schettini di Milano espone le Mutazioni modulari e loro variazioni cromatiche, con presentazione di F. Passoni.

Maggio. Si inaugura un’antologica di Cagli alla Gòttingen Kunstveren di Gottinga: sculture, oli, opera grafica e arazzi a partire dagli anni trenta, con scritti di G. Ungaretti e H. Burda.

Monumento memoriale in ricordo della “Notte dei Cristalli” e delle persecuzioni razziali nella Germania nazista, eretto a Gottinga sul luogo stesso dove sorgeva la sinagoga distrutta dalle S.S.

Si tiene una personale alla Galleria del Corso di Latina, con presentazione di A. Gatto.

Maggio. Lavora alle scene e ai costumi per Persèphone I. Stravinskij, messa in scena da A. Millos, al XXXIII Maggio Musicale Fiorentino.

Ottobre. Si tiene una personale alla Galleria d’Arte Ottocentodiciotto di Pescara e una alla Galleria Lo Spazio di Roma (introduzione al catalogo di S. Giannattasio).

Novembre. Si inaugura la mostra “Corrado Cagli ‘Unici’ ” alla Galleria La Robinia di Palermo, dove sono esposte venticinque Variazioni modulari inedite.

Dicembre. Alla Galleria Canesi di Roma sono esposti trentasei dipinti e dieci disegni dal 1953 al 1970 appartenenti al ciclo delle Metamorfosi, con uno scritto di L. Piccioni.

S.m. Espone alla mostra “Scelta di disegni dalla collezione Cavellini”, nel Palazzo degli Uffizi di Breno.

1971

Maggio. Mostra retrospettiva della pittura di Cagli nell’ambito della Biennale Internazionale del Premio del Fiorino a Firenze: dipinti dal 1946 al 1970.

Si tiene una personale di disegni recenti alla Galleria Idea di Firenze, con presentazione di A. Gatto; una personale alla Galleria Lombardi di Napoli, dove vengono esposti trenta oli e disegni dell’ultima produzione, con presentazione di G. Di Genova.

Lavora alle scene e ai costumi per il balletto Fantasia indiana di Busoni, messa in scena da A. Millos al Teatro alla Pergola di Firenze, in occasione del XXXIV Maggio Musicale Fiorentino.

Partecipa alla collettiva “Il lato fantastico” all’ Hotel Ritz di Roma, con presentazione di G.P. Cuneo.

Giugno. Si tiene una personale di disegni alla Galleria Bellini di Firenze.

S.m. Espone in una personale a “La Seggiola”di Salerno.

Partecipa alla “Mostra di artisti-marchigiani”.

Luglio. Si tiene una mostra antologica dell’opera grafica di Cagli nelle Sale dell’Opera Sila a Lorica, dove sono esposti 200 disegni dal 1934 al 1971, con presentazione di A. Gatto.

Settembre. Partecipa alla mostra “Aspetti della grafica europea” al Museo d’arte moderna Ca’ Pesaro di Venezia.

Ottobre. Si inaugura la personale “Corrado Cagli ‘Disegni di guerra’ ”, alla Galleria dei Due Pini di Roma, con presentazione di C. Cremona e G. Vigorelli. In concomitanza della mostra viene pubblicato il volume di S. Giannelli e P. Macchi, Cagli: Disegni di guerra, Silvana editoriale, Milano.

Novembre. Si inaugura la mostra “L’Etna di Corrado Cagli” nel Palazzo del Turismo di Palermo. L’artista espone trentaquattro opere sul tema “Etna 71”, una serie di visioni della recente eruzione del vulcano siciliano. Presentazione di U. Attardi.

Dicembre. Si inaugura la personale “Opere grafiche dal 1957 al 1971” alla Galleria Aldina di Roma, con presentazione di E. Crispolti.

S.m. Partecipa alla mostra “Scultura italiana degli ultimi cento anni” nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano.

1972

Gennaio. Si inaugura a Firenze, Palazzo Strozzi, l’antologica “L’opera di Corrado Cagli”, con presentazione di C.L. Ragghianti. La mostra, a cura del- l’Università Internazionale dell’Arte e de “La Strozzina”, espone 700 opere tra pitture, sculture, disegni e arazzi. Trenta opere vengono donate dall’artista al Comune di Firenze.

Febbraio. Si tiene una personale alla Galleria Poliantea di Terni.

Marzo. Lavora alle scene e ai costumi per Inno ai tempi di Milhaud, messa in scena da A. Millos, allo Staatsoper di Vienna, e alle scene e costumi per Wandlungen di Schonberg, messa in scena da A. Millos, anch’esso per lo Staatsoper.

Maggio. Partecipa alla III Biennale Intemazionale della Grafica d’Arte 12 nella sezione storica Grafica 1940-1960: resistenza e lotta per la libertà, a Palazzo Strozzi, Firenze, con testi di M. De Micheli, E. Paolucci, M. Venturoli. Giugno. Vince il LIII premio Tormar- gana.

Agosto. Si inaugura nel Palazzo Pubblico di Siena un’importante antologica dei disegni di Cagli, comprendente il periodo dal 1932 al 1972. Presentazione di R. Barzanti.

Realizza il “drappellone” per il Palio di Siena.

Novembre. Si inaugura una personale alla Galleria d’arte Boccuzzi di Firenze, dove sono esposti trenta dipinti dal 1951 al 1971, con presentazione di C.L. Ragghianti.

Si inaugura alla Galleria Ca’ D’Oro di Roma la mostra “Cagli: cinquanta disegni”, opere grafiche dal 1968 al 1972, con un testo di A. Porcella.

Partecipa alla collettiva “Grandi firme contemporanee” alla Galleria La Giara di Roma.

Partecipa alla mostra “Aspetti dell’arte figurativa contemporanea. Nuove ricerche d’immagine ”; alla X Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma.

Espone alla Galleria “Arte-Cortina” di Cortina d’Ampezzo.

S.m. Tiene una personale alla Galleria “Arte-Cortina”, Cortina d’Ampezzo; alla Galleria di Bianchi a Palazzo Vecchio, Firenze.

1973

Febbraio. Tiene una personale al Centro d’Arte Sciamannini di Terni, con presentazione di E. Villa.

Maggio. Partecipa a una collettiva all’Istituto Italo-Africano di Torino.

Giugno. Partecipa alla mostra “Collezione di Arte Religiosa Moderna” ai Musei Vaticani, Roma, dove espone un arazzo; a una collettiva alla Galleria Barbaroux di Milano e a una alla Galleria Flegias di Roma.

Luglio. Per la trasmissione televisiva Il e... illustra La battaglia di San Romano di Paolo Uccello.

Ottobre. Si inaugura alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo una mostra antologica di Cagli dal 1960 in poi: dipinti, disegni, sculture, arazzi.

Nell’ambito del II Premio Lubiam, il concorso nazionale per studenti delle Accademie di Belle Arti, a Palazzo Te, Mantova, viene presentata una rassegna di opere di Cagli dal 1947 al 1953, con testo di R. Margonari.

Per il Museo Monumentale al Deportato Politico e Razziale nei Campi di Sterminio Nazisti, castelli dei Pio, a Carpi, esegue i bozzetti preparatori per graffiti murali.

Novembre. Partecipa alla IX Rassegna internazionale del Bronzetto, Sala della Ragione, Padova.

S.m. Partecipa alla collettiva “Segni e colori”, Gold Square, Torino; alla “Seconda rassegna di opere scelte dei pittori degli anni Cinquanta” alla Galleria Schettini Uno di Milano.

Partecipa alla mostra “Astrattismo classico 1947-50” alla Galleria Nativi di Firenze; al Premio Polifemo d’Argento a Zafferana Etnea.

Crea le litografie che illustrano il saggio Campiello.

1974

Marzo. Si inaugurano al mausoleo delle Fosse Ardeatine tre pannelli di Corrado Cagli, Renato Guttuso, Carlo Levi. Nella composizione di Cagli, che tratta il tema dell“Oppressione”, il nudo scheletrico bocconi del deportato affiancato a una seconda figura - riversa sul dorso, avvolta in uno scuro cappotto - prende lo spunto dal ciclo dei disegni di testimonianza dedicati dall’autore, nel 1945 agli orrori del campo di concentramento di Bü- chenwald.

Aprile. Si tiene una mostra di litografie di Cagli alla Galleria II Mandracchio di San Benedetto del Tronto.

Maggio. Lavora alle scene e ai costumi per l'Agnese di Hohenstaufen di Spontini, con la regia di F. Enriquez, per il XXXVII Maggio Musicale Fiorentino. Agosto. Partecipa alla Biennale Nazionale di Grafica “Silarte” a Pedace (Cosenza).

Settembre. Partecipa alla rassegna di maestri marchigiani “Marche-Arte ’74: consuntivi e proposte” al Palazzo Pia- netti-Tesei di Jesi; partecipa ad AUREA, biennale fiorentina di arte orafa, Palazzo Strozzi, Firenze. Realizza il bozzetto della medaglia dell’Unicef.

Si tiene la personale “Corrado Cagli”, Assessorato per il Turismo della Regione Campania, Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Positano.

Ottobre. Si tiene una personale di grafica dal 1949 in poi alla Galleria d’Arte Corsia Stadion di Trieste; una personale alla Galleria La Gradiva di Firenze, in cui espone disegni, con la presentazione di F. Bellonzi: “Nondimeno, per differenti che siano i disegni nei risultati, è pur sempre identico a sé lo spirito dell’artista che li crea in un’assidua sperimentazione, a direttrici plurime, desideroso di sempre nuovi spunti emotivi e di nuovi traguardi, razionali e fantastici ad un tempo, suggeriti dalla memoria, dal gusto, dalla fertilità inventiva, dalla padronanza eccezionale degli strumenti del mestiere, in una mischianza affascinante di raziocinio e di istinto, di perfezione tecnica e di impetuoso abbandono. E in ciò mi pare che si possa cogliere, insieme con l’esprit de recherche, così vivace e inquieto nel nostro tempo, un carattere tipico della civiltà italiana, se è lecito, come credo, parlarne: pertinente alla grande tradizione umanistica italiana in un grado forse più alto che non alle civiltà di altri popoli, se scienza e fantasia, qui, in Italia, si constatano sempre congiunte nelle menti maggiori (basti pensare a Leonardo e al Bruno), l’esperienza del reale porgendo sempre la mano alle audacie della speculazione e viceversa”.

Novembre. Espone a “Tessutouno” a Palazzo Strozzi di Firenze tre arazzi: La caccia (1968), Belfagor (1974) e La danza bassa (1974).

Alla Galleria Le Muse di Bari espone disegni dal 1972 al 1974.

Partecipa alla mostra “Omaggio alla Resistenza” a Palazzo Medici-Riccardi di Firenze.

Riportiamo una rievocazione rilasciata in quell’occasione da Cagli sul tempo della Resistenza: “Anzitutto vogliamo sapere se lui [Cagli] è d’accordo su ciò che diceva Orlando e che cioè i pittori hanno prodotto molto durante la resistenza. ‘Io sono il meno adatto per testimoniare su questo’ - risponde Cagli - perché ero in guerra. E in guerra il tempo per dipingere non c’era. Riuscii soltanto a fare qualche disegno in Normandia. Poi mettevi i tuoi disegni su un camion, e i tedeschi bombardavano il camion. Quando, con la prima armata americana, arrivai a Büchenwald e ci mobilitammo per l’evacuazione dei campi, i miei compagni si misero a scattare fotografie. Io non ero fotografo e così ritrassi quei cadaveri, quegli scheletri, quelle larve divorate dalla denutrizione, disegnandoli. Sono i disegni che, riprodotti in serigrafìe, hai visto in questa mostra” (R. Nicolai, Gli artisti e la Resistenza, in “Paese Sera”, 28 novembre 1974).

Dicembre. A Villa Pignatelli a Napoli espone i Pulcinella, ispirati all’opera di Luigi Compagnone, Ballata e morte di un capitano del popolo.

I ventitrè Pulcinella vengono pubblicati in volume con testo di L. Compagnone (Marotta, Napoli): “Cagli, affascinato dal Pulcinella descritto da Luigi Compagnone nel suo ultimo lavoro ‘Ballata e morte di un capitano del popolo’ affronta la popolare maschera napoletana, la sfronda dalle contaminazioni di Petito e di Scarpetta, e come il restauro di un antico tempio, lo scrosta dalle impurità stilistiche; lo rimodella per restituircelo pregno dei suoi peculiari caratteri che lo avvicinano agli archetipi delle falloforie, delle farse fliaciche, del ‘mimus albus’ epigono di Rintone, l’ilaro-trageda di Siracusa. È in questi ventitrè disegni, raccolti in volume dall’Editore Marotta di Napoli, che si dispiega esemplare ‘l’ellenismo’, talvolta sereno, spesso divertito, non di rado ‘tragico’ della produzione grafica di Cagli, in cui si affermano costantemente i valori della cultura classica e la consonanza dei significati formali che fecero grande l’arte degli antichi” (F. Portone, Cagli e Pulcinella, in “Shaker Club”, n. 163-164, luglio-agosto, 1975).

Si inaugura una personale alla Galleria Ca’ d’Oro di Roma.

E. Crispolti presenta la monografia Le Tavolette.

S.m. Partecipa a una collettiva al Centro Iniziative Culturali, disegni e grafica, Avezzano; si inaugura una personale alla Fondazione Agnelli, Torino. Espone le incisioni per il Foscolo.

Partecipa all’ “Omaggio a Petrarca” al Palazzo Pretorio di Arezzo; alla collettiva “Grafica ’74” nelle Sale del Comune di Anagni.

Partecipa al Trofeo Città di Lecce. Partecipa a una collettiva di grafica italiana nella Sede dell’Unione dei Pittori dell’URSS, Mosca ed Everane alla collettiva “Noi e il Cile” alla Galleria Paviarte di Pavia.

1975

Marzo. Lavora alle scene e ai costumi per il Filottete di Sofocle, con musiche di L. Berio e regia di G. Mauri al Teatro Argentina di Roma.

Aprile. Espone i ventitrè disegni ispirati al tema di Pulcinella alla Galleria della Torretta di Roma.

Viene inaugurata, al Centro “Allende” di La Spezia, la mostra “Cagli dalla guerra alla Resistenza”, 100 disegni di guerra, cinque sculture e cinque arazzi.

Per l’occasione è pubblicato il volume Cagli, disegni di guerra, con testi di S. Giannelli e P. Macchi (Silvana editoriale, Milano).

Maggio. Si inaugura la personale “Opere grafiche di Corrado Cagli” al Palazzo Corvaja di Taormina, con presentazione di R. Margonari.

Giugno. Partecipa al “Giugno teramano”, Teramo.

Ottobre. Si inaugura una personale alla Galleria d’Arte n. 1 di Rieti, dove sono esposte venti serigrafie, con presentazione di E. Mercuri.

Lavora alle scene e ai costumi per la Missa Brevis di I. Stravinskij, rappresentato per la prima volta al Teatro Olimpico di Roma.

Dicembre. La Galleria Ca’ d’Oro di Roma espone cinquanta disegni dal 1971 al 1974 e la scultura a elmo laminato in peltro dal Cloridano di Cagli. Presentazione di G. Di Genova.

S.m. Personale alla Galleria L’Incontro, Ostiglia.

S.m. Si tengono due personali: una nel Salone del Palazzo della Sanità di Teramo e l’altra alla Galleria Fontanella Borghese di Roma.

1976

Partecipa alla I Mostra Collettiva d’Arte Grafica alla Corsia Stadion di Trieste. Partecipa alla mostra “Disegni italiani del XX secolo” alla Galleria d’Arte La Torretta di Roma; alla mostra di artisti italiani sul Vangelo al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Febbraio. Nel trentennale della Liberazione si inaugura all’Accademia dei Concordi di Rovigo la personale “Corrado Cagli disegni per la libertà”.

Marzo. Partecipa alla mostra “Immagini” alla Galleria di F. Riccio di Torino con presentazione di L. Riccio.

Espone in una collettiva al Centro d’Arte 73 e in una collettiva al Centro d’Arte Altair di Frascati.

Il 28 marzo Cagli muore improvvisamente per un edema polmonare nella sua casa romana all’Aventino. La salma viene traslata nel cimitero ebraico della capitale.

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